11 settembre: Obama cede alle minacce dei sauditi e pone il veto ai processi

di Enrico Oliari

11 settembreEDITORIALE. Solo poche ore prima che diventasse esecutivo, il presidente Usa Barak Obama ha posto il veto al disegno di legge che avrebbe permesso ai famigliari delle vittime dell’11 settembre di citare in giudizio l’Arabia Saudita nei tribunali statunitensi.
Ha così ceduto alle minacce del ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir, il quale aveva avvertito che se la legge fosse passata Riyad avrebbe ritirato i propri capitali, cioè 750 miliardi di dollari in titoli del Tesoro ed in altre attività finanziarie.
La giustizia ha ceduto quindi per il denaro, seppure tanto, ma va detto che le contraddizioni della storica alleanza fra i due paesi non si fermano qui: gli Usa sostengono i ribelli di Aleppo, in realtà gruppi salafiti che combattono a fianco di Jabar Fath al-Sham (ex Jabat al-Nusra), diramazione siriana di al-Qaeda sostenuta e armata proprio dai sauditi. D’altronde gli statunitensi hanno fatto guerre nel mondo per portare “la pace e la democrazia” ovunque fuorché in Arabia Saudita, dove le donne possono votare solo nei consigli comunali (da quest’anno), dove la monarchia è assoluta e dove i diritti obama-serio-grandecivili, come li intendono gli americani, sono a quota zero.
Ben 15 dei 19 terroristi dell’11 settembre erano sauditi, ed il Justice Against Sponsors of Terrorism Act avrebbe autorizzato i procedimenti giuridici contro l’Arabia Saudita, ma Obama si è rifatto al Foreign States Immunities Act, che dal 1976 disciplina l’immunità degli Stati esteri.
Rivolgendosi con una lettera al Senato, Obama ha detto che “Ho profonda stima per le famiglie delle vittime degli attacchi terroristici dell’11 settembre del 2001 che hanno sofferto gravemente. Apprezzo il loro desiderio di perseguire la giustizia, ma la JASTA (Justice Against Sponsors of Terrorism Act) non proteggerebbe gli americani dai terroristi, né migliorerebbe l’efficacia delle nostre risposte agli attacchi. Sarebbe dannosa per gli interessi nazionali degli Stati Uniti. Questo il motivo per cui pongo il veto”.
Difficilmente ora il disegno di legge, che verrà ripresentato, otterrà i due terzi dei voti alla Camera e al Senato necessari per bypassare il veto del presidente.
L’immagine di una giustizia che si piega alle logiche economiche e di potere non piace tradizionalmente agli elettori Usa, per cui l’azione di Obama potrebbe avere ricadute negative sui democratici nella corsa alla Casa Bianca.