14 arresti da Cagliari a Brescia: rete di immigrati raccoglieva soldi per al-Nusra (al-Qaeda)

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Guardia di Finanza e Polizia di Stato, coordinate dalle Direzioni distrettuali antimafia di Brescia e Cagliari e dalla Procura nazionale antiterrorismo, hanno fatto scattare questa mattina le manette ai polsi di 14 immigrati, tre marocchini e 11 siriani, i quali si erano organizzati in due gruppi distinti per raccogliere denaro da inviare in Siria all’organizzazione terroristica di Jabat al-Nusra, diramazione di al-Qaeda ed oggi nota come Jabat Fatah al-Sham.
Il primo gruppo ruotava attorno a Daadoue Anwar ed era operativo in Sardegna, mentre il secondo era guidato da Bazkka Alaa e raccoglieva come l’altro fondi secondo la tradizione islamica “Hawala”, cioè un sistema informale di trasferimento di valori basato sulle prestazioni e sull’onore di una vasta rete di mediatori. I due gruppi trattenevano per loro una percentuale che variava dallo 0,5 all’8 per cento. Il denaro, raccolto fra gli immigrati anche di altri paesi europei, veniva inviato attraverso una serie di mediazioni in Siria e così permettere ai qaedisti di acquistare armi e beni vari. Il denaro raccolto ammonterebbe a 2 milioni di euro.
A favorire le indagini degli inquirenti sono state le informazioni messe a disposizione dal servizio segreto interno (Aisi): nell’aprile dello scorso anno un individuo fermato a Cagliari per terrorismo internazionale ed amico di Daadoue Anwar aveva dichiarato nel corso di un interrogatorio che “L’unica cosa acquistata dall’Italia sono i mirini ottici per Kalashnikov, comprati da tale Ibrahim, ma non so a chi sono andati, se ad al-Nusra o ad altri gruppi”. (…) “I soldi andavano ad al-Nusra poiché i miei connazionali si fidavano principalmente di al-Nusra, che, a differenza di altri gruppi, è sempre rimasto compatto. Chiaramente, i soldi mandati in Siria non sono solo suoi (raccolti da Anwar, ndr.), ma anche raccolti da altri paesi, quali Svezia, Germania e così via. Sono i soldi di coloro che vogliono contribuire alla causa dei combattenti anti governativi”. Da lì erano partite le indagini che hanno portato agli arresti di oggi, ai quale si aggiunge l’iscrizione al registro degli indagati di 16 persone.