Le relazioni dell’Azerbaigian nella regione e con l’Italia: intervista a Hikmat Haciyev

di Giuliano Bifolchi

haciyev hikmat grandeSituato nella regione del Caucaso meridionale, crocevia tra l’Europa e l’Asia, l’Azerbaigian sta guadagnando conoscenza nel panorama internazionale per il suo ruolo nel mercato del petrolio e del gas naturale e per la sua posizione strategica sul Caspio che lo include nel progetto di sicurezza energetica dell’Unione Europea.
Abbiamo incontrato Hikmat Haciyev, direttore del Dipartimento Media del ministero degli Esteri, per poter approfondire le relazioni esistenti tra l’Italia e l’Azerbaigian e capire i diversi rapporti che il paese ha nei confronti di Russia ed Iran e del vicino Stato armeno con il quale è in continua tensione per il possedimento della regione del Nagorno-Karabakh.

– Italia ed Azerbaigian negli ultimi anni hanno intensificato i propri rapporti sia a livello politico che economico al punto che lo Stato italiano è divenuto uno dei principali partner commerciali per il vostro paese. Potrebbe fornirci una panoramica sulle attuali relazioni tra Italia ed Azerbaigian ed in che modo queste si sono sviluppate nel tempo?
“Se vogliamo analizzare le relazioni italo – azerbaigiane lo possiamo fare prendendo in esame l’aspetto politico e diplomatico, economico e storico-culturale.
Dal punto di vista delle relazioni internazionali l’Azerbaigian considera l’Italia un partner importante all’interno dell’Unione Europea con il quale i rapporti sono in continua crescita e rafforzamento. Questa cooperazione e partnership tra i due paesi si riversa ovviamente anche nel lato economico con l’Italia in grado di ricoprire il ruolo di uno dei principali partner commerciali per il nostro paese. Infine è possibile considerare gli aspetti culturali e le relazioni storiche che esistono tra le parti risalenti, per quel che riguarda l’Italia in quanto Stato, al periodo della creazione della Repubblica Democratica dell’Azerbaigian nel 1918 con l’allora Regno di Italia attivo nell’avere relazioni ed una rappresentanza a Baku. Nel nostro paese ci piace scherzare e dire che gli azerbaigiani sono uguali agli italiani per quel che riguarda comportamenti e caratteristiche personali e condividono inoltre un background storico comune essendo stato l’Azerbaigian una delle ultime frontiere dell’Impero Romano, dato dimostrato dal ritrovamento di una iscrizione che attesta la presenza delle legioni romane sul nostro territorio.
Grazie proprio a questo background storico ed agli elementi del passato che hanno avvicinato i due paesi, fin dall’indipendenza dell’Azerbaigian sono iniziate le relazioni con l’Italia le quali attualmente riguardano differenti campi e settori come quello dell’energia, del petrolio e della sua lavorazione, con l’Italia una delle mete principali di esportazioni per lo Stato azerbaigiano, e del gas naturale, pensando al progetto Trans Adriatic Pipeline, evoluzione del Trans Anatolian Pipeline, che permetterà l’approdo del gas di Shah Deniz in Europa grazie allo sfruttamento della Penisola italiana come hub. Vorrei spendere due parole in merito al TAP il quale, interessando non solo l’Italia ma anche Grecia, Georgia ed Albania, permetterà la creazione di decine di migliaia di posti di lavoro e favorirà lo sviluppo economico dei singoli paesi
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– Parlando dell’economia ci sono diverse compagnie italiane che operano sul nostre territorio impegnate nel settore delle costruzioni, dei servizi, dell’abbigliamento e del design a dimostrazione del continuo interesse che il nostro mercato suscita negli imprenditori italiani e nella vitalità dei rapporti economico-commerciali.
Uno dei principali topic per l’Azerbaigian è quello della sicurezza interna e delle relazioni con la vicina Armenia con la quale il paese è entrato in conflitto dal 1992 al 1994 per quel che riguarda la regione del Nagorno-Karabakh. L’Italia è uno dei membri del Gruppo di Minsk ed ha operato attivamente durante il conflitto per facilitare il processo di pace ed auspichiamo che il vostro paese possa aiutare la risoluzione del conflitto e l’implementazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite. In tal merito apprezziamo il supporto dell’Italia alla nostra sovranità territoriale e alla sua inviolabilità ed il mancato riconoscimento del Nagorno-Karabakh come entità autonoma statale, anche se l’Azerbaigian ha maggiori aspettative sia dall’Italia che dall’Unione Europea”.

– Riferendoci al conflitto del Nagorno-Karabakh da Lei citato, mi chiedo se questo possa modificare le relazioni tra Italia ed Azerbaigian e tra Italia ed Armenia considerando il fatto che il nostro paese detiene forti legami e relazioni storiche, religiose e culturali con lo Stato armeno ed allo stesso tempo sta sviluppando una politica di cooperazione dal punto di vista economico ed energetico con l’Azerbaigian?
baku 1 grande“Ovviamene questo conflitto minaccia la sicurezza e la stabilità di una ampia regione come quella del Caucaso meridionale e rappresenta una sfida per l’Unione Europea. Voglio però sottolineare che esistono quattro risoluzioni delle Nazioni Unite in supporto ad un paese, l’Azerbaigian, che ha registrato le maggiori perdite dal punto di vista territoriale e sociale con l’occupazione del 20% del territorio nazionale ed una delle catastrofi umanitarie maggiori al mondo con un milione di profughi e rifugiati, cifra esorbitante se rapportata alla totalità della popolazione azerbaigiana. Secondo la mia personale opinione questa può essere considerata una delle catastrofi maggiori per l’Europa ed ha sempre rappresentato una sfida per la nostra nazione che ha dovuto affrontare il problema del supporto economico e sociale dei profughi.
Se analizziamo la situazione a livello regionale è possibile dire che questo conflitto non deve essere inquadrato come un problema socio-economico soltanto per l’Azerbaigian, ma direttamente anche per l’Armenia e per la regione del Nagorno-Karabakh la quale, se fosse parte della nostro territorio nazionale e quindi sotto la nostra sovranità, beneficerebbe del supporto economico e dei nostri programmi di sviluppo.
Prendiamo l’esempio della Georgia per capire quali sono le conseguenze dell’occupazione armena nel Karabakh ed invece quali potrebbero essere gli sviluppi del territorio sotto la nostra diretta amministrazione: l’Azerbaigian confina con la Georgia e con questo paese ha avviato intensi rapporti commerciali che ci hanno reso il primo investitore per quantità di denaro e progetti all’interno del mercato georgiano. Studiando quindi le conseguenze scaturite da questa cooperazione mi permetto di dire che questa ha rappresentato una formula vincente a livello regionale della quale entrambe le parti hanno beneficiato in special modo nell’area economica, della sicurezza e della stabilità. Ciò che abbiamo realizzato in Georgia è lo stesso che vorremmo fare con l’Armenia, ma sfortunatamente siamo impossibilitati a farlo affinché le truppe di Yerevan occuperanno il nostro territorio.
Parlando dell’Italia e dell’Unione Europea, pensando alla cooperazione regionale intesa come interazione non solo tra le istituzioni ma anche tra le persone e gli attori economici, questo conflitto rappresenta una divisione nella regione e lo possiamo identificare come una vera e propria “guerra di trincea” che separa i territori e minaccia direttamente i progetti di partnership europei. Credo che nessuno voglia vedere un nuovo conflitto ai confini dell’Unione Europea in una regione di vitale importanza strategica ed economica come quella del Caucaso la cui prossimità al Medio Oriente la collega direttamente al problema della sicurezza e del terrorismo rappresentato oggi dall’ISIS. Un nuovo conflitto potrà soltanto avere effetti negativi sui partner economici dell’Azerbaigian, tra cui anche l’Italia, motivo ulteriore per perseguire il processo di pace.
Quello che vuole l’Azerbaigian non è di caricare eccessivamente l’Italia di impegni, visti anche i problemi che il paese sta affrontando da anni per quel che concerne l’immigrazione, ma quello che perseguiamo è soltanto giustizia. Il supporto alla nostra integrità e inviolabilità territoriale fornito dall’Europa è ben accetto da parte nostra ma quello di cui necessitiamo realmente è un’azione dell’Unione Europea, ed in questo caso anche dell’Italia, rappresentata da una forte presa di posizione nei confronti dell’Armenia.
Attualmente il proce
sso di pace sembra non aver portato ai successi sperati ed il Gruppo di Minsk necessita di lavorare ad una ulteriore proposta per raggiungere la pace nella regione; in attesa di queste proposte quello che chiediamo all’Italia e all’Europa è una forte dichiarazione che si opponga all’occupazione armena nel nostro territorio. Voglio sottolineare come l’Azerbaigian sia completamente interessato e pronto agli accordi di pace con l’Armenia e alla risoluzione del problema dei rifugiati” .

– La regione del Caucaso rientra ovviamente all’interno degli interessi della Federazione Russa, direttamente per quel che riguarda il Distretto Federale del Caucaso del Nord, ed indirettamente ma attraverso le relazioni diplomatiche ed economiche per quel che riguarda il Caucaso meridionale. Attualmente la Federazione Russa sta affrontando le tensioni con l’Unione Europea dovute alla Crisi Ucraina con Bruxelles impegnata a trovare nuove vie di importazione del gas naturale per liberarsi dalla morsa di Mosca; l’Azerbaigian rientra tra i paesi con i quali l’Europa sta avviando la sua politica di sicurezza energetica. Non crede che questo aspetto possa minare le relazioni tra Baku e Mosca? Esiste veramente una “sfida” a livello energetico tra i due paesi? Ed in che modo possiamo classificare le relazioni russo-azerbaigiane anche nell’ottica del supporto che il Cremlino fornisce a Yerevan dal punto di vista economico e militare?
”Per prima cosa vorrei dire che la Russia e l’Azerbaigian hanno ottime relazioni internazionali e partnership che coprono numerosi settori ed aree, in primis quella politica, e poi anche quella militare per quel che riguarda la tecnologia della difesa e quella economica con uno scambio commerciale pari a miliardi di dollari. Grazie proprio a questa cooperazione più di 30 mila posti di lavoro sono stati creati all’interno del mercato russo e questo è un fattore positivo che permette alla Russia di apprezzare i rapporti con l’Azerbaigian e l’esistenza di un’area di sicurezza al confine condiviso con il nostro paese.
Se parliamo del processo di risoluzione dei conflitti la Russia è uno dei paesi direttamente coinvolti grazie anche alla sua presidenza nel Gruppo di Minsk e noi apprezziamo gli sforzi di Mosca anche se, come nel caso di Europa ed Italia, abb
aimo maggiori aspettative nei confronti della Federazione Russa la quale dovrebbe essere neutrale in tale conflitto. Sottolineo come i due Stati cooperano a livello di sicurezza e di Intelligence per quel che riguarda la regione del Caucaso, in special modo l’area di confine tra l’Azerbaigian ed il Dagestan dove entrambe le parti hanno coordinato gli sforzi per combattere la minaccia rappresentata dai campi di addestramento irregolari dei militanti che combattono contro le forze di sicurezza russe e dal trasporto di armi e di droga irregolare.
Parlando della regione del Caspio i due paesi hanno raggiunto accordi importanti durante il Summit di Astrakhan del settembre 2014, a cui hanno partecipato anche Iran, Kazakhstan e Turkmenistan, il cui obiettivo è quello di creare una situazione di stabilità e pace nella regione che possa favorire lo sviluppo economico e l’interazione.
Analizzando il settore energetico, e nello specifico quello del petrolio e del gas naturale, posso dire che nel tempo ci sono stati dei fraintendimenti tra le due parti in merito sia alle esplorazioni dei giacimenti che all’esportazione. La nostra strategia energetica non è concentrata sulla competizione ma sulla cooperazione e partnership con gli altri attori del mercato; infatti, se volessimo soltanto parlare di una “sfida” tra i due paesi dal punto di vista dei numeri e dei dati, l’output russo di gas nel mercato europeo è pari a più di 250 milioni di metri cubi di gas (bcm) mentre il nostro output, basato sulla nostra geografia, sulle nostre risorse e sulle nostre reali possibilità geofisiche di fornitura, potrà raggiungere nel caso più ottimistico 35-40 bcm. Come è possibile notare non esiste una reale competizione tra i due paesi e credo che questo termine sia stato utilizzato dai media e sia una loro speculazione.
I nostri paesi cooperano attivamente invece nel settore energetico, particolarmente Gazprom e Socar, ed alcune volte la Federazione Russa acquista il gas naturale direttamente dall’Azerbaigian in piccole quantità perché dal punto di vista economico è meno costoso acquistare gas azerbaigiano che trasportare quello russo dalla Siberia fino alle regioni meridionali del paese”
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– L’Iran è un altro key player regionale e, dopo l’accordo raggiunto sul programma nucleare con l’occidente e con gli Stati Uniti, sembra vivere un nuovo impulso economico: quali sono i rapporti esistenti tra Baku e Teheran alla luce anche delle relazioni azero-israeliane che in passato hanno minato l’amicizia tra i due paesi?
baku 2 grande”l’Iran non è solo un paese con cui confiniamo, ma è parte della nostra storia e cultura perché condividiamo elementi religiosi, culturali e storici che ovviamente ci avvicinano e ci legano. Parlando sinceramente è possibile dire che durante gli anni ci sono stati momenti in cui i nostri rapporti non sono stati dei migliori, anche se i media hanno spesso esagerato ed esasperato queste situazioni. In tutte le famiglie esistono dei disaccordi tra i propri membri ma questi non minano definitivamente i loro rapporti e questo è quello che accade tra Iran ed Azerbaigian.
L’Azerbaigian costruisce le proprie relazioni attraverso la formula dell’eguaglianza, del mutuo rispetto e vantaggio e questi principi sono stati applicati anche ai rapporti con l’Iran. Per vostra conoscenza dovete sapere che dalle ultime elezioni presidenziali iraniane che hanno visto vincere Rohani, il presidente Aliyev ha incontrato la propria controparte quattro volte in soli due anni attraverso visite ufficiali a livello presidenziali a cui vanno aggiunti i diversi incontri istituzionali tra i rappresentanti delle due parti. Soltanto alcuni giorni fa il Governatore di Bostan, provincia orientale dell’Azerbaigian nell’area meridionale dell’Iran a sud-est di Tabriz, ha visitato il Ministero degli Esteri azerbaigiano a Baku discutendo possibilità di cooperazione ed investimenti tra le parti nei settori dell’energia, trasporti e agricoltura.
Parlando del sistema dei trasporti siamo in fase di discussione del Corridoio di Trasporto Nord-Sud il quale, riprendendo l’idea di un progetto dell’Unione Sovietica, permetterebbe di collegare l’Azerbaigian all’Iran attraverso la regione di Nakhchivan; nello specifico i due paesi stanno prendendo in esame il completamento della sezione che da Astara raggiunga il porto iraniano di Rasht della lunghezza di 70 chilometri.
Come potete vedere le relazioni tra i due paesi si attestano su buoni livelli favorite dalla sfera culturale, diplomatica ed economica. Pensando al caso di Israele io credo che i nostri amici iraniani apprezzino il fatto che l’Azerbaigian sia indipendente dal punto di vista della politica estera, quindi non è possibile variare i nostri interessi nazionali ed i nostri rapporti per poter favorire o compiacere il desiderio di uno dei nostri partner. Le relazioni azero-israeliane sono all’insegna della trasparenza e della chiarezza, il nostro paese infatti non ha bisogno di nascondere nessuno aspetto e questo prova ancora una volta la nostra filosofia delle relazioni bilaterali viste come inclusive e non esclusive. In semplici parole l’Azerbaigian può avere rapporti sia con Israele che con l’Iran e non può preoccuparsi del fatto che tra Teheran e Tel Aviv ci siano inimicizia e tensioni, ma anzi può adoperarsi per favorire il processo di riavvicinamento tra le due parti”
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– Lei ha prima accennato al Summit di Astrakhan del settembre 2014 che ha visto riunirsi gli Stati dell’area del Caspio e discutere sullo sviluppo ed il futuro dell’area. Sono anni oramai che circola la voce sulla possibilità di realizzazione del progetto Trans Caspian Pipeline (TCP) il quale possa portare le risorse di gas naturale del Turkmenistan in Europa sfruttando come corridoio proprio l’Azerbaigian, idea che vede l’opposizione in primis di Iran e Russia. Potrebbe spiegare quale ruolo il suo paese potrebbe giocare nel promozione della TCP e quali sono i rapporti reali all’interno dell’area del Caspio?
”Se guardiamo ai meeting tra gli stati del Caspio che si sono svolti negli anni si evidenzia la volontà di affermare la cooperazione e partnership tra i partecipanti e, evidenziando proprio il Summit di Astrakhan, i leader di Azerbaigian, Russia, Iran, Kazakhstan, Turkmenistan hanno sottolineato il ruolo del Caspio non come agente di divisione ma come elemento di unificazione. Inoltre mi permetta di affermare che il Mar Caspio è una risorsa importante e fondamentale per ogni singolo paese che vi si affaccia e dovrebbe essere sfruttato intelligentemente per il proprio beneficio guardando però sempre alla pace della regione.
Come risultato di questi incontri e della volontà dei singoli paesi è stata stabilita una cooperazione in differenti aree, tra cui proprio quella dello sfruttamento delle risorse naturali ed energetiche in essa presenti a cui vanno aggiunte il monitoraggio della situazione di emergenza ambientale della regione derivante dallo sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas naturale, la lotta alla criminalità ed al terrorismo, avendo gli Stati uno obiettivo comune nella direzione della sicurezza.
Il Summit di Astrakhan ha permesso di regolarizzare la situazione legale del Caspio con il raggiungimento del 75-80% di un documento finale che possa risolvere le controversie tra le parti auspicando che anche il Turkmenistan possa allinearsi a queste posizioni insieme ad Azerbaigian, Kazakhstan e Russia. Attualmente l’Iran sembra essere lo Stato con una visione differente da quella degli altri paesi anche se il dialogo con Teheran potrebbe portare ad una soluzione in tempi rapidi grazie ai meeting che si svolgono due volte l’anno tra i Ministri degli Esteri.
Parlando del progetto TCP, l’Azerbaigian può essere soltanto un corridoio per il gas naturale turkmeno, ma la sua realizzazione dipende direttamente dall’Unione Europea la quale deve concretizzare quando affermato negli anni con una azione decisiva e reale evitando di commettere gli stessi errori effettuati con il progetto Nabucco. Il potenziale del Turkmenistan è elevato come esportatore di gas naturale e l’Azerbaigian è pronto per fornire la sua expertise ed il suo sistema di trasporto per la realizzazione della TCP, spetta però ai due principali attori interessati, Bruxelles e Ashgabat, effettuare un passo decisivo per la costruzione del gasdotto”
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