Turchia. Berlino invita a non recarsi in visita. Erdogan, ‘non immischiatevi nei nostri affari’

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Germania e Turchia sempre più ai ferri corti, come non accadeva dal Dopoguerra. Tutto è partito con l’accoglienza di una manciata di militari che presero parte al fallito golpe del 15 luglio dello scorso anno, non rimpatriati nonostante le insistenti richieste di Ankara, per cui le autorità turche hanno tratto agli arresti alcuni cittadini tedeschi tra i quali l’attivista per i diritti umani Peter Steudtner. Questi si trovava per un workshop con altri attivisti di Amnesty International sull’isola di Buyukada, e con gli altri è stato accusato di “aver compiuto reati per conto di un’organizzazione terroristica senza esserne membri”.
Il presidente federale tedesco, Frank-Walter Steinmeir, ha commentato che “Non possiamo accettare ciò che sta accadendo in Turchia”, mentre il ministro delle Finanze Wolfgang Scheuble ha paragonato la Turchia di oggi alla Ddr ed ha affermato che la Turchia “Compie arresti illegali e non mantiene gli standard minimi consolari. Per i turisti tedeschi non ci sono più le garanzie di sicurezza: se succede qualcosa, nessuno può aiutarli”. Tra l’altro già nel gennaio 2016 un kamikaze di era fatto esplodere nei pressi di un bus turistico a Istanbul uccidendo 10 persone fra cui 8 turisti tedeschi.
Oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avvertito la Germania di “non immischiarsi negli affari interni” del suo Paese e ha detto che “Voglio dire ai miei amici tedeschi e al mondo che non sono abbastanza forti per diffamare la Turchia e che non saranno mai abbastanza forti per spaventarci”.
In mezzo alla diatriba c’è l’accordo sui migranti, che a fronte di trattenerli entro i pochi confini, prevedeva il versamento di 3 miliardi di euro per l’assistenza (250 milioni la parte dell’Italia), la riapertura dei processi di adesione all’Ue e la sospensione dei visti per i cittadini turchi. Delle tre cose la sola ad essere stata mantenuta è la prima, mentre la piega politica che ha preso la Turchia con l’arresto di decine di migliaia di giornalisti, magistrati, diplomatici, militari, insegnanti e funzionari pubblici e il rischio che 10mila foreign fighters turchi girino per l’Ue senza visti hanno lasciato sospese a mezz’aria le altre due questioni.
La Germania spinge per il “no” all’entrata della Turchia nell’Ue, mentre Bruxelles vorrebbe che arrivare ad uno stemperamento degli animi per continuare secondo gli accordi, come ha precisato il commissario all’Allargamento Johannes Hahn.