Ue. Qualità dell’aria: oltre 400mila morti all’anno

di C. Alessandro Mauceri

Ormai è chiaro. Promesse, azioni plateali e iniziative mediatiche: le politiche per dimostrare l’interesse nell’ambiente e per ridurre gli effetti dell’inquinamento sulla salute delle persone sono quasi sempre delle mere chimere.
L’ultima conferma viene dall’European environment agency (Eea), l’Agenzia ambientale europea, che ha presentato il Air quality in Europe – 2017 report durante l’European Week of Regions and Cities. “In quanto società, non dovremmo accettare il costo dell’inquinamento atmosferico”, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’Eea, Hans Bruyninckx, “Grazie a decisioni coraggiose e investimenti intelligenti in trasporti, energia e agricoltura più puliti, possiamo fronteggiare l’inquinamento e, contemporaneamente, migliorare la nostra qualità della vita. È incoraggiante rilevare che molte pubbliche amministrazioni europee, e in particolare le città, mostrano di svolgere un ruolo guida nella protezione della salute delle persone mediante il miglioramento della qualità dell’aria. L’aria pulita è un patrimonio della collettività, incluse le persone residenti nelle città”.
“La qualità dell’aria in Europa sta lentamente migliorando, grazie alle politiche passate e presenti, nonché in virtù degli sviluppi tecnologici. Ciò nonostante, le elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici hanno ancora forti ripercussioni sulla salute degli europei”. I risultati basati sui dati della qualità dell’aria rilevati da oltre 2.500 stazioni di monitoraggio in tutta Europa non lasciano dubbi: “La maggior parte delle persone che vive nelle città europee è esposta a una scarsa qualità dell’aria”. Gravissime le conseguenze sulla salute delle persone: “Il particolato fine continua a essere la causa della morte prematura di più di 400mila europei all’anno. In Europa i maggiori responsabili delle emissioni di inquinanti atmosferici sono il trasporto su strada, l’agricoltura, le centrali elettriche, l’industria e i nuclei domestici”.
In molte città europee a qualità dell’aria sta (lentamente) migliorando. Ma per molte amministrazioni pubbliche che hanno dimostrato di volersi prendere cura della salute dei cittadini, altre non lo hanno fatto. L’Italia è fra queste: in questa classifica il Bel Paese occupa uno degli ultimi posti.
Le elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici hanno ancora forti ripercussioni sulla salute dei cittadini. A provocare i danni maggiori sono tre. Il biossido di azoto (NO2): il 9 % della popolazione europea è esposto a livelli di NO2 superiori al valore limite annuale definito dall’Ue e alle linee guida dell’Oms. L’ozono troposferico che ha superato i livelli limite nel 30 % dei rilevamenti (circa il 95% è stato esposto a livelli che hanno oltrepassato le più rigide linee guida dell’Oms). E il micro particolato atmosferico (il 7% della popolazione urbana dell’Ue-28 è stata esposta a livelli di Pm2,5 superiori al valore limite annuale stabilito. L’82% circa è stato esposto a livelli che hanno oltrepassato le più rigide linee guida dell’Oms.
Questi tre fattori sono causa di gravi malattie e di numerose morti premature: l’esposizione al NO2 ha causato la morte di 78mila persone e l’esposizione all’O2 di 14.400. Ma il dato più grave (come ben si sapeva) è quello legato al micro particolato: le Pm2,5 hanno causato la morte di 428mila persone in 41 Paesi europei.
“È peggio di una guerra”, ha detto Angelo Bonelli, coordinatore dei Verdi, “è la catastrofe provocata dell’inquinamento”. “E l’Italia detiene il triste primato europeo di morti dovuti allo smog, ben 82.489 (nel 2014) dei quali 59.630 a causa del particolato fine (i PM 2.5), 17.290 a causa delle concentrazioni di diossido di azoto (NO2) e 5.569 a causa dell’ozono a livello del suolo (O3)”. “Sempre dal report dell’Agenzia europea per l’ambiente, che riguarda le ore di vita perse ogni anno dagli abitanti italiani a causa dei tre inquinanti, si tratta di quasi due milioni di ore (1.863.969 per l’esattezza). Queste drammatiche cifre certificano che nel nostro Paese una politica ipocrita e bastarda non affronta l’emergenza ambientale e sanitaria nonostante ogni anno i decessi per l’inquinamento aumentino certificando che siamo nel bel mezzo di una Guerra dell’Aria”.
Il rapporto di quest’anno ha dedicato un focus all’agricoltura, fonte di inquinanti atmosferici e di gas a effetto serra.