a cura di Vanessa Tomassini –
Regia Aeronautica prima, Aeronautica Militare oggi, la forza armata nasce il 28 marzo 1923 con il Regio Decreto n. 645. A 95 anni dalla sua nascita, il cui anniversario è stato festeggiato lo scorso 28 marzo a Firenze, il comandante della Squadra Aerea, Generale di Squadra Aerea, Fernando Giancotti, ci parla degli scenari in cui è impegnata l’Areonautica Militare (AM), il cui personale e i velivoli rappresentano un vanto per l’Italia nel mondo, nonché motivo di orgoglio per tutti gli italiani.
– Quali sono le attività svolte nel 2017 in continuità di missione?
“Gli uomini e donne dell’Aeronautica Militare sono impegnati nelle principali missioni internazionali ormai in maniera costante e continua da oltre 20 anni. I principali teatri operativi in cui siamo oggi presenti, infatti, sono attivi da molto tempo e continuano a vedere la partecipazione di nostri contingenti e l’impiego dei nostri velivoli.
Afghanistan:
“La partecipazione dell’AM all’operazione “Resolute Support” a guida NATO è l’evoluzione del contributo nato in seno all’Operazione ISAF, nel 2001. Oggi l’AM è impegnata nell’addestramento del personale afgano destinato a ricoprire funzioni chiave nella gestione dell’aeroporto di Herat, quando lo scalo transiterà sotto la responsabilità dell’Autorità aeronautica afgana (ACAA-Afghan Civil Aviation Authority) e nel coordinamento delle ditte civili esterne che, nell’interim, garantiscono tale funzione”.
Emirati Arabi Uniti:
“L’AM è presente negli EAU, e più precisamente sulla base internazionale di Al Minhad. La missione ha come obiettivi quelli di provvedere all’evacuazione sanitaria di emergenza dai teatri operativi ed assicurare l’afflusso di personale, mezzi e materiali ai contingenti nazionali nei medesimi teatri (Afghanistan, Iraq, Kuwait, Corno d’Africa, Gibuti e Oceano Indiano)”.
Kuwait e Iraq:
“L’Italia è stata tra le prime nazioni ad aderire all’operazione di coalizione internazionale denominata Inherent Resolve per il contrasto allo stato islamico (ISIS). Da ottobre 2014, infatti, personale e assetti dell’Aeronautica Militare operano senza sosta, al fianco di circa 70 nazioni, in aderenza all’art. 51 della carta delle Nazioni Unite e a quanto disposto dal Consiglio di Sicurezza con le risoluzioni n. “2170” del 15 agosto 2014 e n “2178” del 24 settembre 2014. Il contributo dell’Aeronautica Militare alle operazioni in Iraq ha origine in Kuwait, dove sono rischierati circa 300 militari. Da qui operano i KC-767 per operazioni di rifornimento in volo, gli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR – Predator) e gli AMX per attività di Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione (ISR)”.
Air Policing:
“Tra le missioni svolte nel 2017 in prosecuzione di impegni precedenti, vanno annoverate anche quelle inserite nel quadro dell’attività sotto egida NATO denominata Air Policing. L’Air Policing è un’operazione permanente della NATO, condotta in tempo di pace, che prevede l’impiego di assetti della Difesa Aerea per preservare l’integrità dello spazio aereo della NATO e opporsi a possibili tentativi di intrusione o violazione. Detta operazione nasce dall’esigenza di supportare quei Paesi dell’Alleanza che non dispongono di un proprio sistema di Difesa Aerea. In particolare l’AM, insieme alle aeronautiche della Grecia e dell’Ungheria, garantisce la protezione permanente, operando dalle proprie basi nazionali, degli spazi aerei della Slovenia, dell’Albania e del Montenegro e, a turnazione con gli altri paesi della NATO, la protezione degli spazi aerei dell’Islanda e delle Repubbliche Baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania). L’attività di Air Policing, inoltre, serve per integrare i sistemi di Difesa Aerea di paesi esposti a particolari condizioni di vulnerabilità lungo i confini dell’Alleanza (Bulgaria e Romania). In questo contesto, a dicembre 2017 l’Aeronautica Militare ha rischierato un proprio contingente di circa 120 uomini e donne e 4 velivoli Typhoon in Estonia, dove sono state effettuate numerose missioni di intercettazione di velivoli che, senza le previste autorizzazioni, hanno interessato lo spazio aereo dell’Alleanza. Il rischieramento avrà termine a maggio 2018”.
Assurance Measures:
“In risposta alla crisi in Ucraina, la NATO ha messo in atto un programma di attività operative (Assurance Measures) tese a dimostrarne la coesione e la risoluzione nell’applicare il principio della difesa collettiva in risposta ad ogni possibile minaccia ai singoli stati dell’Alleanza. L’Aeronautica Militare contribuisce a tale operazione con l’impiego dei propri KC-767 come Tanker per il rifornimento in volo degli assetti AWACS (Airborne Warning And Control System) della NATO”.
Gibuti:
“la Base Militare Nazionale di Supporto (BMNS) a Gibuti garantisce il supporto operativo e logistico ai contingenti nazionali impegnati in operazioni nei Teatri le cui linee di comunicazione attraversano la regione del Corno d’Africa, del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano. Inoltre, hanno qui origine le attività di capacity building a favore dei Paesi di interesse nell’Area del Corno d’Africa. L’AM fornisce, a rotazione semestrale, una Compagnia di personale Force Protection di circa 50 unità per la protezione della base”.
Libano (MIBIL):
“Nell’ambito della già costituita Missione Bilaterale in Libano, le Forze Armate Libanesi hanno chiesto l’effettuazione di corsi specialistici per piloti di elicottero, corsi di sicurezza volo e di integrazione tra forze aeree e di superficie. In tale ottica, l’AM ha sviluppato un catalogo di corsi, già approvati dalla Difesa, che inizieranno ad aprile e continueranno nel corso del 2018”.
– Quali sono invece le attività avviate e concluse nel 2017?
“Tra le missioni avviate e concluse nel 2017 vanno annoverati alcuni rischieramenti svolti nell’ambito della già citata attività NATO Air Policing. In particolare, durante l’anno l’AM ha inviato circa 150 militari e 6 velivoli Typhoon in Islanda e un contingente di 130 unità e 4 velivoli in Bulgaria, a protezione del fianco sud dello spazio aereo dell’Alleanza. Altro impegno assai importante nel 2017, anche se non si è svolto nei teatri operativi internazionali, è stato il Vertice G7 di Taormina. Nella circostanza è stato attivato un dispositivo rinforzato di Difesa Aerea che ha visto il coinvolgimento di oltre 500 militari dell’AM distribuiti tra i siti di Taormina, Sigonella, Melito di Porto Salvo e Castelmola. Grazie all’operato dei reparti logistici dell’AM, inoltre, sono state create le eli-superfici su cui si sono svolte tutte le operazioni di atterraggio e decollo delle numerose delegazioni che si sono spostate in elicottero. In particolare, il centro di Comando e Controllo mobile dell’AM ha gestito nella massima sicurezza tutte le operazioni aeree nella zona di traffico creata ad hoc presso il sito di Taormina. Al fine di garantire una cornice di piena e assoluta sicurezza per tutta la durata dell’evento, sono stati impiegati i principali assetti della Difesa Aerea e numerosi assetti di supporto, a cui va aggiunta la capacità di intervento da parte degli elicotteri AM su velivoli lenti e di piccole dimensioni. La Difesa Aerea Nazionale, inoltre, è stata arricchita con sistemi radar mobili di nuovissima generazione e con dispositivi per il contrasto a minacce aeree a pilotaggio remoto”.
– Quali le attività avviate e da avviare nel 2018?
“Per il 2018, oltre a continuare nel sostegno a tutte le operazioni attive, ivi incluso il supporto all’operazione NATO di Air Policing, in Islanda, il parlamento italiano ha autorizzato l’avvio di due nuove missioni, in Libia e in Niger. L’impegno dell’Aeronautica in Libia (MIASIT) si inserisce nel quadro di una missione interforze di assistenza e ricostruzione (Building Partner Capacity), che ha lo scopo di incrementare le capacità libiche nella stabilizzazione del paese e nell’efficace contrasto al traffico di esseri umani. Il compito affidato all’Aeronautica è quello di fornire supporto alle forze aeree libiche per il ripristino delle funzioni aeroportuali della base di Mitiga e per la rimessa in efficienza della flotta da trasporto che opera su velivolo C-130H”.
– Quanti sono i militari dell’AM impegnati all’estero e dove? Quali sono i loro principali compiti?
“L’impegno numerico medio annuo dell’AM in operazioni fuori area si attesta intorno ai 750 militari. Essi sono distribuiti tra i principali contingenti aeronautici nei teatri attivi, quali il Kuwait e gli Emirati Arabi, 280 e 110, rispettivamente, oltre che nei rischieramenti legati alla NATO Air Policing, che impiegano 120 militari per periodi di circa 4 mesi, due volte l’anno. Il personale inserito in questi contingenti opera in prima linea, o a diretto supporto, nell’impiego dei velivoli schierati in operazioni, per l’adempimento dei compiti assegnati dalle autorità politiche e militari nazionali. Oltre al personale nei principali contingenti, l’AM partecipa ad operazioni internazionali con vari team di esperti, inseriti nelle missioni di assistenza e ricostruzione, come nel caso dell’Afghanistan, del Libano, della Libia e del Niger. Completano il quadro gli uomini e donne che popolano le strutture di Comando e Controllo delle operazioni multinazionali che seguono le fasi di pianificazione e condotta di tutte le attività operative. Infine, vanno considerati numerosi esperti e specialisti di vari settori, soprattutto quello dell’intelligence, sorveglianza e ricognizione, che, grazie alla tecnologia dei sistemi di comunicazione, supportano lo svolgimento delle operazioni dalle rispettive sedi di lavoro, in modalità remota”.
– Sentiamo spesso parlare di missioni umanitarie. In cosa consistono e quali sono quelle dove è stata coinvolta l’AM?
“Le missioni umanitarie sono tutte le forme di supporto (assistenza logistica, sanitaria, trasporto, costruzioni o ricostruzioni infrastrutturali, supporto di informazioni ed immagini, ecc.) fornite a qualsiasi titolo verso quei paesi o quelle popolazioni colpite da emergenze e/o crisi umanitarie determinate dalle guerre o dai disastri naturali (come alluvioni e terremoti) con il primario obiettivo di salvare vite umane o, quantomeno, di alleviare situazioni di sofferenza. Attraverso i suoi Reparti di volo, l’Aeronautica Militare mette a disposizione mezzi ed equipaggi pronti a decollare in qualunque momento e in grado di operare in qualsiasi condizione meteorologica per assicurare trasporti sanitari di urgenza in bio-contenimento, sia di persone in pericolo di vita sia di equipe e/o organi, per voli umanitari, o per missioni di ricerca e soccorso. Equipaggi del 31° Stormo di Ciampino, del 15° Stormo SAR (Search And Rescue) di Cervia, della 46ᵃ Brigata Aerea di Pisa e del 14° Stormo di Pratica di Mare sono pronti 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, a decollare in brevissimo tempo per qualsiasi destinazione in Italia, su richiesta delle Prefetture e all’estero su richiesta delle rappresentanze diplomatiche. Solo nel 2017 sono state oltre 450 le ore di volo effettuate per prestare soccorso a più di 200 persone in difficoltà o in imminente pericolo di vita (maltempo in Emilia, 52 persone salvate a dicembre u.s., lotta agli incendi in Sicilia e nelle isole in estate, interventi alle popolazioni colpite dal sisma in Italia ed in Iran/Iraq, soccorso umanitario nel mediterraneo, ecc.). Tra gli eventi più importanti precedenti al 2017, si ricorda il supporto fornito nelle aree colpite dal sisma del 2009 a L’Aquila, l’intervento in occasione dei terremoti del 2010 ad Haiti e del 2015 in Pakistan e in occasione dell’uragano Katrina del 2005 negli USA e dello Tsunami nelle Filippine del 2004”.
– L’Europa ha riaffermato di recente una più stretta collaborazione militare tra i diversi Stati membri, come vi coordinate con le altre forze aeree europee?
“L’Aeronautica Militare assolve i suoi compiti istituzionali derivanti anche da obblighi internazionali e dall’appartenenza alle principali organizzazioni sovra-nazionali. In tale ottica, quindi, vanno visti i continui contributi a supporto di numerose operazioni a guida NATO, ONU e, ovviamente, Unione Europea.
In particolare, l’AM ha partecipato e partecipa alle principali operazioni condotte dall’Unione Europea, come, ad esempio, l’operazione “Althea” nei Balcani, l’operazione “Atalanta” nel corno d’Africa e, più recentemente, l’operazione “Sophia” EUNAVFORMED nel Mediterraneo. Oltre all’impiego in contesti operativi, l’AM partecipa insieme ad altre 6 nazioni europee (Francia, Germania, Spagna, Olanda, Belgio e Lussemburgo) all’iniziativa EATC (European Air Transport Command) per la efficiente integrazione delle forze aeree europee condividendogli assetti del trasporto aereo, del rifornimento in volo e del trasporto medico di emergenza. Un’ulteriore collaborazione avviene in seno all’European Air Group (EAG) che si pone l’ambizioso obiettivo di ottimizzare le capacità operative delle aeronautiche dei paesi membri (Belgio, Francia, Germania, Olanda, Italia, Spagna e Regno Unito). Infine, nel contesto più ampio del CSDP (Common Security and Defence Policy) dell’UE, l’Aeronautica Militare rende disponibili pacchetti di forze, espressione delle principali capacità aeronautiche, mantenendoli addestrati, in stato elevata prontezza ed inseriti in un dispositivo interforze nazionale, per far fronte a potenziali esigenze di impiego rapido da parte dell’Unione Europea”.
– In che modo l’A.M. italiana è impegnata nella guerra contro il terrorismo?
“Come visto in precedenza, l’Italia, al fine di contribuire allo sforzo che la comunità internazionale sta realizzando in supporto alle Autorità irachene per fronteggiare la crisi umanitaria in corso e sconfiggere l’ISIL/ISIS, ha disposto il rischieramento in Teatro Operativo di un insieme di forze nell’ambito dell’operazione nazionale “Prima Parthica”, in grado di concorrere all’operazione di coalizione internazionale denominata “Inherent Resolve”. L’Aeronautica Militare ha preso parte alle operazioni sin dall’avvio della coalizione anti-Isis, inviando in Kuwait, nel giro di pochissime settimane, tra ottobre e novembre 2014, diversi assetti aerei alle dipendenze del Comando Operativo di Vertice Interforze. Il nostro contingente, perfettamente integrato ed in sinergia con le molteplici componenti della Coalizione internazionale, impiega velivoli Predator, AMX,KC767A (Tanker) ed EC27J JEDI, dislocati su tre basi in Kuwait. La missione è di soddisfare le esigenze di rifornimento in volo degli assetti della Coalizione con il proprio KC767A; di concorrere, altresì, al patrimonio informativo a vantaggio della Coalizione mediante l’impiego dei propri assetti Intelligence, Surveillance and Reconnaissance (ISR) AMX e Predator; di permettere lo svolgimento in sicurezza delle operazioni terrestri. Completa il quadro degli sforzi contro il Daesh la cellula nazionale di analisi intelligence. Questa valorizza i prodotti degli assetti Predator e AMX, fondendoli con informazioni intelligence e producendo preziosissimi elementi informativi per tutta la Coalizione. Tutti i militari del Contingente Nazionale in Kuwait operano quotidianamente e senza soluzione di continuità, mossi da altissima professionalità, passione e senso del dovere. Il risultato è un prodotto di grande pregio ed estremamente apprezzato, a favore degli assetti nazionali e di quelli della Coalizione, che ha contribuito in maniera sostanziosa ed importante al successo delle operazioni e al progresso ad oggi maturato nella lotta al terrorismo”.
– Lavorando sulla Libia, a volte abbiamo sentito parlare di attacchi aerei “Unknown”, ci può spiegare cosa significa? Con gli attuali controlli di sicurezza dei cieli internazionali, è possibile che un aereo non venga intercettato o identificato?
“Attacchi Aerei Unknown” possono essere considerati quelli in cui l’autore resta ufficialmente sconosciuto. In quei paesi che non dispongono di un dispositivo di Difesa Aerea e dunque della possibilità di individuare e, potenzialmente, intercettare traffici aerei, un eventuale attore male intenzionato potrebbe agire in maniera relativamente indisturbata e, a quote sufficientemente basse, sarebbe in grado di eludere i sistemi radar di terra dedicati al controllo del traffico aereo, diversi per scopo e natura, da quelli, invece, dedicati alla protezione dello spazio aereo. In tali contesti l’impiego di piattaforme aeree di sorveglianza rende la possibilità di svolgere attività di volo senza essere rilevati alquanto remota.
Voglio infine sottolineare come l’Aeronautica Militare tutta e il suo comando operativo, la Squadra Aerea, siano profondamente impegnate nel generare nuove capacità operative a parità di risorse investite, facendo leva sulla professionalità e i valori degli uomini e delle donne che la compongono e su di una cultura tesa a ‘mettere a sistema i sistemi operativi’ di straordinario potenziale disponibili, primo tra tutti le menti e i cuori del suo personale. Ciò con la forte tensione a una stretta integrazione con le altre Forze Armate, Corpi Armati dello Stato e Agenzie, nel comune spirito di servizio al Paese”.