Arabia Saudita. Missile dei ribelli yemeniti houthi cade nei pressi di Riad

di Angelo Gambella –

Un missile balistico è stato lanciato dai ribelli houthi dello Yemen su una base militare saudita nei pressi della capitale Riad.
Ad essere colpita è stata la base di al-Muzahmiyya, ma ancora non sono pervenute notizie circa i danni e le eventuali vittime; la forte esplosione si è sentita in tutta Riad. l’azione va letta nel quadro della guerra civile in corso nello Yemen, dove la coalizione della Lega Araba a guida saudita sta dallo scorso anno attaccando i ribelli houthi, i quali controllano la capitale Sanaa e buona parte del paese.
Qualche ora prima del lancio il ministero della Difesa yemenita, cioè dei ribelli, aveva riferito che le forze militari avevano portato a termine con successo un test su un missile balistico e di essere quindi in grado di colpire la capitale dell’Arabia Saudita.
Non si tratta della prima volta che gli houthi attaccano con missili il territorio saudita, ma fino ad oggi si è trattato di vettori di basso potenziale e comunque caduti poco dopo il confine.
Ad essere sparato è stato un missile superficie-superficie Borkan (“Vulcano”): si tratta di vettori di iniziale fabbricazione iraniana a sua volta derivati dagli scud sovietici, con una gittata massima di 500 km. Ulteriormente modificati dai tecnici yemeniti hanno ora superato il raggio di 1.000 km per poter impattare sull’obiettivo militare a corta distanza dalla capitale saudita.
Fonti riferiscono che, pur in assenza di qualsiasi ufficiale conferma governativa, a Riad sia stato decretato in serata lo stato d’emergenza.
La mossa yemenita può essere letta nell’ottica di portare i sauditi a trattative, poiché la minaccia di colpire installazioni governative nella capitale, in passato lontanamente teorizzata, può ora diventare reale. D’altro canto l’Arabia Saudita deve valutare un rafforzamento del proprio dispositivo anti-missilistico poiché già in passato caserme nel sud erano state colpite da vettori lanciati dalle montagne del nord dello Yemen. I toni trionfalistici e intimatori del comunicato ufficiale yemenita non vanno tuttavia presi alla lettera: è improbabile che lanci su Riad possano essere effettuati a ripetizioni. La produzione di un vettore a lungo raggio e preparazione al lancio, nelle attuali condizioni, richiede del tempo.

La guerra nello Yemen ha preso il via nel gennaio 2015 a seguito del golpe degli houthi (sciiti), dietro al quale vi sarebbe l’Iran (che però nega): per mesi i ribelli avevano chiesto invano alcuni riconoscimenti come l’inserimento di 20mila appartenenti alla minoranza sciita nelle forze armate governative, l’assegnazione di 10 ministeri e l’inclusione nella regione di Azal, di Hajja e dei governatorati di al-Jaw. L’intervento della coalizione a guida saudita e che vede coinvolti Egitto, Sudan, Giordania, Marocco, Bahrain, Qatar e Emirati Arabi Uniti, ha permesso la ripresa di una parte dei territori, in particolare del governatorato di Aden, roccaforte del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, mente la capitale e le zone dei principali impianti petroliferi resta saldamente in mano ai ribelli sciiti, che sostengono l’ex presidente Ali Abdallah Saleh.
A nulla sono valsi fino ad oggi gli sforzi dell’Onu per arrivare almeno ad una tregua duratura, promossi dall’inviato Ould Cheikh Ahmed.