Arrestate dalla polizia perché transessuali. Ecco ciò che accade in Indonesia nella provincia di Aceh.

di Vanessa Tomassini – 

La provincia indonesiana di Aceh è una regione a statuto amministrativo speciale, indipendente dal Governo centrale indonesiano, che gode anche, sfortunatamente, di un sistema legale semi-indipendente dove le autorità locali hanno introdotto nel corso degli anni diverse disposizioni della legge islamica, meglio nota come Sharia, compresi codici di abbigliamento e preghiere obbligatorie. Human Rights Watch già da tempo ha denunciato la situazione delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) nella provincia indonesiana, costrette a vivere in un clima di paura crescente. In un report datato il 22 febbraio 2016 si legge: “Nelle loro vite quotidiane, le persone LGBT devono affrontare continue molestie, arresti arbitrari da parte della polizia municipale, detenzione in nome della Sharia e minacce di tortura in base a leggi che sono interpretate per criminalizzare atti con persone stesso sesso. I difensori dei diritti umani LGBT affrontano crescenti minacce alla loro sicurezza personale nello svolgere il loro lavoro”.
Sabato 27 gennaio la polizia indonesiana e la polizia della Sharia hanno fatto irruzione in 5 negozi di parrucchieri gestiti da donne transgender, arrestando 12 Waria, o transessuali, costringendole a togliersi le camicie e a tagliare i capelli in pubblico per poi arrestarle. Subito dopo le incursioni, il capo della polizia di North Aceh, Untung Sangaji, ha dichiarato, rivolgendosi alla folla: “I nostri studiosi musulmani, ulama, non sono d’accordo con questa malattia che si sta diffondendo”. In una conversazione telefonica il capo della polizia ha anche annunciato che intende agire non solo nei confronti delle donne trans, ma anche contro i clienti dei loro saloni, dopo aver ricevuto lamentele da parte di religiosi islamici che abitano nella zona.
Aceh è l’unica delle 34 province indonesiane che possono adottare legalmente uno statuto derivato dalla Sharia. Nel 2014, il parlamento di Aceh ha approvato il codice penale islamico discriminatorio, che annovera reati che non sono tali in altre parti dell’Indonesia. Il sesso consensuale tra due persone dello stesso genere, ad esempio, è punibile ad Aceh con fino a 100 frustate.
Questo è solamente l’ultimo “incidente” contro la comunità LGBT in cui la polizia indonesiana ha collaborato apertamente con gli islamisti, malgrado le politiche di Aceh abbiano spesso sollevato le obiezioni della comunità internazionale. A febbraio dell’anno scorso un alto ministro del governo indonesiano ha chiesto il divieto di presenza di gruppi gay nei campus universitari, gli esperti delle Nazioni Unite e gli attivisti per i diritti umani hanno poi espresso preoccupazione anche per l’uccisione di persone omosessuali e la censura di un’applicazione di messaggistica istantanea che utilizzava emoji a tema gay e lesbo. Di recente inoltre, il Parlamento indonesiano sta lavorando ad una nuova bozza del codice penale in cui verrebbe introdotto il crimine per il sesso consensuale tra due persone non sposate, rendendo di conseguenza illegale anche qualsiasi relazione tra persone dello stesso sesso. L’organizzazione per i diritti umani HRW ha già chiesto il rilascio delle 12 donne transessuali arrestate, invitando la Commissione di polizia nazionale indonesiana ad avviare un’indagine su quanto accaduto, incluso il ruolo di Sangaji.