Avramopoulos, ‘sull’immigrazione tra 10 giorni l’Ue potrebbe collassare’

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AvramopulosPer il commissario europeo alla Politica dell’Immigrazione e Asilo, Dimitris Avramopoulos, il sistema europeo potrebbe collassare sull’emergenza immigrati se entro dieci giorni non si smetterà di distinguersi in soluzioni nazionali e non si adotteranno politiche comuni.
Avramopoulos, che ha tenuto una conferenza stampa al termine del Consiglio Affari Interni dell’Ue di ieri a Bruxelles, ha affermato che “Nei prossimi dieci giorni abbiamo bisogno di risultati chiari e tangibili sul terreno, altrimenti c’è il rischio che l’intero sistema subisca un completo collasso. Abbiamo tutti la responsabilità di aumentare i nostri sforzi per attuare le decisioni concordate a livello europeo. Non c’è tempo per azioni non coordinate”. E’ necessario infatti “Applicare il sistema di asilo comune e Schengen; tornare alla situazione di normalità il più presto possibile e accelerare drasticamente e iniziare ricollocamenti di massa nel corso dei prossimi giorni. Non decine, ma centinaia”.
“La situazione della rotta dei Balcani – ha continuato il commissario – è molto critica. La possibilità di una crisi umanitaria su larga scala è molto reale e molto vicina. Non possiamo continuare con azioni unilaterali, bilaterali o trilaterali; i primi effetti e impatti negativi della mancanza di soluzioni comuni sono già visibili”. E “neppure possiamo mettere dei tetti al numero di richiedenti asilo che riceviamo. Questo non è semplicemente in linea con le norme Ue e internazionali”, ha sottolineato con evidente riferimento alla linea di Vienna.
Ha poi proseguito affermando che “A coloro che pensano che abbiamo bisogno di soluzioni nazionali perché l’approccio europeo non funziona, io dico che è precisamente a causa delle azioni nazionali che stiamo ostacolando l’approccio europeo e bloccando l’attuazione e il successo della nostra politica comune. Non c’è spazio per le soluzioni nazionali, e non è stando attenti alle opinioni pubbliche nazionali che si serve il nostro comune interesse europeo. E’ il momento di andare avanti, uniti, coordinati, insieme, altrimenti saremo tutti considerati responsabili del fallimento”.
Il 7 marzo vi sarà l’incontro tra Turchia e Ue per contenere i flussi migratori, a fronte dei 3 miliardi stanziati per Ankara e della promessa di riavviare il processo di adesione alla Casa comune.