Bangladesh. Msf, Urge assistenza medica e umanitaria per i Rohingya in fuga dal Myanmar

di francesca Mapelli e Sara Maresca * –

Sale il numero di rifugiati Rohingya che scappano in Bangladesh e hanno urgente bisogno di assistenza, mentre si aggrava la già disastrosa situazione umanitaria lungo il confine con il Myanmar. Medici Senza Frontiere (MSF) sta ampliando il proprio intervento, ma serve un aumento dell’assistenza su larga scala.
Oltre 290mila persone sono entrate in Bangladesh per scappare dalla violenza nello Stato di Rakhine, in Myanmar. Questa cifra – che si somma alle 75mila persone arrivate da quando la violenza è iniziata, a ottobre 2016 – rappresenta uno dei più grandi afflussi di Rohingya in Bangladesh. La maggior parte dei nuovi arrivati risiede in baraccopoli già esistenti, in campi delle Nazioni Unite, in tre nuove baraccopoli che sono emerse di recente o nella comunità ospitante. Molti rifugiati sono però bloccati in terre di nessuno al confine con il Myanmar. Anche prima del più recente afflusso, molti rifugiati Rohingya in Bangladesh vivevano in condizioni di insicurezza, sovraffollamento e mancanza di igiene, con poca protezione dalle intemperie.
“In tanti anni, non abbiamo mai visto nulla di simile”, dichiara Pavlo Kolovos, capo missione di MSF in Bangladesh. “Le nostre équipe vedono fiumi di persone che arrivano in condizioni terribili, molto traumatizzate e senza aver avuto accesso a cure mediche. Molti dei nuovi arrivati hanno bisogni medici seri, come ferite dovute alla violenza gravemente infette e complicazioni ostetriche in stadio avanzato. Senza un aumento del supporto umanitario, i potenziali rischi per la salute sono altissimi”.
Un padre di 49 anni ha raccontato a MSF: “Sono scappato di casa con tutta la famiglia, ma mio figlio è stato colpito mentre fuggiva. L’ho portato in ospedale qui in Bangladesh, ma ho lasciato gli altri membri della mia famiglia nascosti nella foresta in Myanmar, senza un riparo. Sono giorni che non li sento. Non so cosa fare, sono disperato”.
MSF ha aperto un secondo reparto di degenza in una delle due cliniche esistenti nell’area di Kutupalong per far fronte all’aumento dei pazienti, grazie anche all’arrivo di nuovi infermieri, ostetrici e medici. MSF sta inoltre supportando i trasferimenti in altri ospedali, fornendo ambulanze attive 24 ore su 24. Mentre due équipe mobili sono all’opera per valutare i bisogni medici e trattare i feriti, MSF sta per metterne in campo altre tre entro la prossima settimana.
In più, MSF ha installato temporaneamente alcuni punti per l’approvvigionamento di acqua potabile nell’insediamento di Kutupalong, dove ha anche distribuito beni essenziali, materiali per la costruzione di latrine e 7.500 saponette antibatteriche.
“Siamo allarmati perché in Myanmar centinaia di migliaia di persone ancora non hanno accesso alle cure sanitarie e non ci sono attori che attualmente siano in grado o siano autorizzati ad agire sul campo”, prosegue Kolovos. “Poiché i tassi di vaccinazione nello Stato di Rakhine, nel nord del Myanmar, sono molto bassi, una delle priorità dovrebbe essere l’aumento delle campagne vaccinali contro il morbillo e altre malattie per i nuovi arrivati. Servono maggiori sforzi per affrontare gli alti livelli di malnutrizione tra i Rohingya arrivati in Bangladesh prima di questo afflusso, così come tra quelli che si trovano nello Stato di Rakhine”.
Nonostante siano in corso alcune distribuzioni di cibo, molti rifugiati hanno ricevuto solamente delle razioni di biscotti secchi e preoccupa l’accesso all’acqua pulita. “Quando sono arrivata, mi hanno dato 7 sacchetti di biscotti per nutrire i miei figli. È tutto ciò che hanno mangiato”, racconta un padre di quattro bambini, arrivato tre giorni fa. “Al momento io e la mia famiglia viviamo in una scuola, ma ci hanno detto che dobbiamo lasciarla. Non so dove andremo”.

* Ufficio Stampa di Medici Senza Frontiere.