Bardonecchia. Agenti francesi nei locali dell’ong: la Farnesina, ‘in discussione la collaborazione frontaliera’

di Guido Keller

Il governo italiano ha protestato con veemenza nei confronti della Francia attraverso il ministero degli Esteri dopo che ieri sera gendarmi francesi sono entrati nei locali della stazione di Bardonecchia, affidati al comune e all’ong R4f (Rainbow for Africa), per compiere controlli, tra cui analisi delle urine ad un migrante nigeriano.
Nello specifico è successo che gli agenti della dogana francese accompagnavano un migrante, come era avvenuto altre volte, ma anziché lasciarlo davanti alla stazione sono entrati con lui nell’edificio dove opera la ong e lo hanno costretto al test delle urine, con tanto di voce grossa su medico, volontari dell’associazione e mediatori culturali.
Poco dopo sono intervenuti gli agenti italiani del Commissariato su chiamata degli operatori dell’ong, i quali hanno allontanato i colleghi francesi.
La Farnesina ha immediatamente convocato l’ambasciatore francese Christian Masset “per chiedere spiegazioni al governo francese e all’Ambasciata di Francia a Roma, attendiamo a breve risposte chiare, prima di intraprendere qualsiasi eventuale azione”.
A stretto giro è arrivata la risposta del ministro francese dei Conti pubblici, Gerald Darmanin, cui fanno capo i doganieri: “Al fine di evitare qualsiasi incidente in futuro, le autorità francesi sono a disposizione di quelle italiane per chiarire il quadro giuridico e operativo nel quale i doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in virtù di un accordo del 1990, in condizioni di rispetto della legge e delle persone”. La nota di Darmanin continua spiegando che il locale della stazione di Bardonecchia “è a disposizione della dogana francese. Da qualche mese l’uso del locale è stato concesso anche a un’associazione di aiuto ai migranti. Per questo motivo gli agenti hanno chiesto la possibilità di accedere ai sanitari, cosa che è stata loro consentita”.
Tuttavia la Farnesina ha osservato che “il direttore generale per l’Unione Europea, Giuseppe Buccino Grimaldi, ha rappresentato all’ambasciatore la ferma protesta del Governo italiano per la condotta degli agenti doganali francesi, ritenuta inaccettabile e ha manifestato, al contempo, disappunto per l’assenza di risposte alle nostre richieste di spiegazioni.
Il direttore generale Buccino ha altresì mostrato all’ambasciatore Masset lo scambio di comunicazioni intervenuto nel corrente mese tra Ferrovie dello Stato italiane e Dogane francesi, da cui emerge chiaramente come queste ultime fossero al corrente che i locali della stazione di Bardonecchia, precedentemente accessibili ai loro agenti, non lo siano più, essendo adesso occupati da un’organizzazione non governativa a scopo umanitario. Peraltro, proprio per discutere insieme della questione, i due Paesi avevano deciso di incontrarsi presso la Prefettura di Torino il prossimo 16 aprile a livello tecnico.
Quanto avvenuto mette oggettivamente in discussione, con conseguenti e immediati effetti operativi, il concreto funzionamento della sinora eccellente collaborazione frontaliera”.
Che da parte francese si fosse a conoscenza della diversa destinazione della stazione di Bardonechcia non ci sono dubbi: il 13 marzo scorso la dirigente delle Dogane francesi, Sylvie Philippe, aveva scritto ad Rfi (Rete ferroviaria italiana) in relazione ai locali ella stazione per far notare che “c’è un problema, dal momento che i nostri servizi non possono penetrare negli uffici che sono stati affidati ad una associazione. Le mando questo messaggio perché desideriamo affrontare l’argomento al più presto possibile”. Rai aveva risposto che “In merito alla richiesta, facciamo presente che questa direzione non è l’interlocutore per l’attuazione dell’accordo del 1963. Vi invitiamo pertanto a rivolgervi al prefetto di Torino”.
Un quadro confuso, da scontro diplomatico. Ed anche il Viminale sta valutando l’interruzione almeno temporanea della collaborazione transfrontaliera coi francesi in tema di dogane e controllo dei migranti in transito, cioè non più poliziotti francesi cheti muovono al di qua del confine , come avviene anche per altri paesi come la Germania e l’Austria.