Bce: Draghi, ‘a fine anno via il quantitative easing’, e ‘l’euro è irreversibile’

di Guido Keller

Il capo della Bce Mario Draghi ha annunciato oggi in conferenza stampa a Riga (Lettonia) la netta riduzione entro il 2018 del il quantitative easing, cioè l’acquisto di titoli del debito da 30 a 15 miliardi al mese, da ottobre a dicembre, per poi arrivare a zero nel 2019.
Spiegando che le stime per l’inflazione dell’Eurozona sono stati riviste per il triennio 2018 – 2020 al rialzo, dall’1,4% all’1,7%, e che quindi si va verso la stabilizzazione sostanziale del 2%, Draghi ha comunque assicurato che in caso di necessità “la Bce è pronta a rivedere i propri strumenti di politica monetaria”, per cui quello dell’acquisto di titoli non scompare, ma rimane chiuso “nella cassetta degli attrezzi” ed utilizzabile nel momento in cui “vi saranno contingenze che al momento non vediamo”. Inoltre per garantire liquidità al mercato si continuerà con il reinvestimento dei bond in scadenza acquistati con il quantitative easing.
Le stime di crescita dell’Eurozona sono invece viste al ribasso, dal 2,4% prospettato al 2,1% per il 2018, 1,9% per il 2019 e 1,7% per il 2020.
Rimane invece ai minimi il costo del denaro, con la decisione della Bce di mantenere invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali (0,00%), sulle operazioni di rifinanziamento marginale (0,25%) e e sui depositi presso la Banca Centrale (-0,40%.).
Il numero uno dell’Eurotwer ha inoltre affermato che “Non esiste alcun rischio di ridenominazione” della moneta comune, che anzi, si allargherà ad altri paesi: “L’euro è irreversibile perché è forte, perché la gente lo vuole e perché non porterebbe benefici a nessuno metterne in discussione l’esistenza”. Per cui, anche se in singoli paesi ci sono spinte politiche contrastanti, la moneta unica rimane. Ha anche reso noto, rispondendo alle domane die giornalisti, che l’aumento degli spread tra i titoli italiani e tedeschi conseguente al risultato elettorale “non ha comportato alcun contagio”, per quanto restino sia a Francoforte che a Bruxelles preoccupazioni sul nuovo corso politico italiano per la spesa che eventuali progetti possa comportare.
La risposta delle Borse europee alle parole di Draghi è stata immediata, con un rialzo generalizzato dopo le perdite della mattinata: a Milano il Ftse Mib ha guadagnato l’1,22%, sui massimi di giornata, a Parigi il Cac40 l’1,39% e a Francoforte il Dax30 l’,1,68 %.