Belize. Deciderà Corte di giustizia internazioanle sulla disputa con il Guatemala

di Alberto Galvi

I beliziani hanno votato in maniera favorevole nei giorni scorsi al referendum in cui si è deciso che sarà la ICJ (International Court of Justice) dell’Aja, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite a risolvere la disputa territoriale con il Guatemala. I voti favorevoli sono stati 53.388, mentre 43.029 sono stati i voti contrari, secondo i dati diffusi dalla responsabile dell’ufficio elettorale Josephine Tamai.
Il referendum era previsto per il 10 aprile scorso, ma è stato rinviato dal presidente della Corte suprema del Belize, Kenneth Benjamin, per analizzare in modo approfondito le motivazioni contrarie presentate dall’opposizione, che ha messo in dubbio la costituzionalità del referendum. Questa consultazione popolare è stata inoltre monitorata dagli osservatori di diverse organizzazioni internazionali, tra cui il CARICOM (Caribbean Community), l’Unione europea e l’OEA (Organización de los Estados Americanos). Gli elettori che hanno votato in maniera favorevole a questo referendum sono stati il 55,4%, mentre i contrari sono stati il 44,6%.
Questo risultato rappresenta un successo per il primo ministro del Belize Dean Barrow del partito UDP (United Democratic Party), scommettendo che l’ICJ risolverà la questione una volta per tutte. Per quanto riguarda il leader dell’opposizione John Briceno del partito PUP (People’s United Party), aveva invitato gli elettori a scegliere “NO”. Il risultato di questo referendum è stato accolto favorevolmente anche dal governo del Guatemala. I guatemaltechi nell’aprile 2018 avevano già votato in maniera favorevole allo stesso quesito referendario.
La disputa territoriale tra Belize e Guatemala risale al 1783, quando la Spagna, che allora colonizzò quello che oggi è il Guatemala, diede una parte di quei territori in concessione al Regno Unito. Quei territori presero il nome di Honduras britannico cambiando poi il nome in Belize nel 1973. Il piccolo paese centroamericano ha poi raggiunto la sua indipendenza nel 1981. Il Guatemala ha riconosciuto l’indipendenza del Belize nel 1991, ma ne rivendica una parte di territorio.

La controversia tra i due paesi centroamericani riguarda circa la metà della giurisdizione dell’ex colonia britannica. Nel 2008 in seguito ad un accordo speciale stipulato dai due stati di presentare le rivendicazioni territoriali, insulari e marittime alla ICJ, i premier del Guatemala, Carlos Raúl Morales, e del Belize, Wilfred Erlington, hanno firmato il 25 maggio 2015 un documento che avrebbe consentito consultazioni popolari in date diverse, secondo la convenienza dei due governi.
Nei prossimi sei mesi, entrambi gli stati dovranno presentare davanti ai giudici dell’ICJ le loro rimostranze sulla disputa. Il Guatemala presenterà per primo le sue prove circa i suoi diritti territoriali sul Belize, e in seguito lo stesso avrà sei mesi per contestare la pretesa guatemalteca e convincere i giudici. La disputa territoriale tra Belize e Guatemala riguarda un’area fortemente controllata dalla criminalità organizzata dedita soprattutto al narcotraffico. Ricordiamo che il Belize si trova al confine con il “triángulo del norte”, una delle regioni più violente del mondo che è composta da: Guatemala, Honduras e El Salvador. Il Belize è considerato uno dei grandi produttori di droga e dal confine con il Guatemala e il Messico i narcotrafficanti trasportano la cocaina dal Sudamerica fino al Nordamerica.
Per quanto riguarda i confini del Belize sono facilmente penetrabili dalle organizzazioni criminali e le forze di sicurezza come il DBP (Departamento de Policía de Belice) essendo sprovviste di sistemi radar, elicotteri militari e altri strumenti di base non riescono ad arginare il problema. Per questa ragione, i cartelli della droga messicani come i Los Zetas e il cartello di Sinaloa passano attraverso il confine con il Belize e il Messico per poi arrivare al confine con gli Stati Uniti. Nel piccolo paese centroamericano c’è anche la presenza di gruppi criminali come i Mara Salvatrucha (MS-13) e i Barrio 18. Altri gruppi criminali beliziani come i George Street Bloods, i Brick City Bloods, i Majestic-Alley Crips e i Ghost Town Crips si dividono il mercato della droga con i cartelli messicani.
Dall’altra parte del confine il Guatemala ha lo stesso problema derivato anche esso dai narcos messicani. I Los Zetas attraverso gruppi criminali locali stanno infatti conquistando l’intero territorio. Le forze armate guatemalteche stanno cercando di creare una cintura di sicurezza lungo il confine condiviso con Belize, Honduras, El Salvador e Messico al fine di bloccare le rotte terrestri dei narcotrafficanti. In questa zona altre tipologie di bande criminali passano con i loro traffici dal confine tra Belize e Guatemala come trafficanti d’armi, di esseri umani o di animali esotici, quest’ultimi vengono poi venduti nei mercati europei o statunitensi.
Adesso che la disputa territoriale tra Belize e Guatemala sarà decisa dai giudici dell’ICJ dell’Aja, entrambi i paesi potranno intervenire maggiormente per contrastare i gruppi criminali che utilizzano questo territorio come zona di passaggio per i loro traffici illeciti. Questa situazione di illegalità è stata finora facilitata dall’incertezza giuridica che la disputa territoriale ha prodotto in tutti questi anni e che ha impedito alle autorità di intervenire in modo efficiente contro la criminalità organizzata.