Brasile. Dopo Lula e Rousseff, ora le grane sono per il presidente Michel Temer

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Il presidente brasiliano Michel Temer, succeduto alla “licenziata” Dilma Rousseff, potrebbe presto essere a sua volta messo sotto impeachment. Il Parlamento del Brasile volterà infatti il 2 agosto se procedere o meno con l’incriminazione per corruzione, come richiesto a suo tempo dall’ex procuratore Rodrigo Janot.
Tutto è partito dal caso del ministro dei Rapporti con il Parlamento Viera Lima, il quale avrebbe, stando alle accuse, fatto pressioni sul ministro della Cultura Marcelo Calero per l’approvazione della costruzione di un complesso residenziale di lusso in una zona protetta di Salvador de Bahia; su Calero vi sarebbero state anche le pressioni dello stesso Temer, ma il ministro aveva registrato di nascosto la conversazione con il presidente, la quale è finita poi nelle mani della magistratura.
Oltre a questo vi è anche la registrazione consegnata dai fratelli Joesley e Wesley Batista, imprenditori del settore delle carni (22 filiali nel mondo), le quali dimostrerebbero che Temer avrebbe comprato il silenzio del suo vice nel partito, Eduardo Cunha, in carcere da ottobre.
La registrazione del dialogo tra gli imprenditori e il capo dello Stato risale al 7 marzo in occasione del loro incontro ufficioso presso il palazzo presidenziale Jaburu: uno dei fratelli Batista aveva con sé, oltre al registratore, una valigetta contenente 500 mila reais (circa 150 mila euro), prima tranche di una tangente che sarebbe diventata settimanale per 20 anni e che sarebbe servita per pagare il silenzio di Cunha, mentre i due imprenditori si sarebbero assicurati la protezione del presidente in merito all’inchiesta in corso sulle forniture di carni. Una cifra simile a quella data a Cunha sarebbe stata poi consegnata anche al mediatore Lúcio Funaro, il tutto filmato dagli inquirenti.
In un quadro dove il 30 per cento dei parlamentari sono indagati, già Dilma Rousseff è stata destituita per aver truccato i conti dello Stato al fine di far vedere in campagna elettorale un andamento dell’economia che in realtà non c’era, ed il predecessore Lula è stato condannato pochi giorni fa per corruzione a 9 anni di reclusione.
Oggi, dopo che la Costituzione e Giustizia della Camera ha respinto la richiesta, il presidente della Camera ha annunciato che “Dopo aver ascoltato i capi dei gruppi parlamentari, è stato raggiunto un accordo per tenere la votazione il 2 agosto”.