Brexit. Fallisce l’incontro di May con l’Ue: il nodo è il confine dell’Irlanda del nord

di Guido Keller –

BRUXELLES. Se la quadra sul denaro, 55 miliardi, che la Gran Bretagna deve all’Ue per i progetti messi in piedi fino al 2020 e in parte sui cittadini comunitari lì residenti è stata trovata, il capitolo rimane aperto sulla questione nordirlandese.
Si è infatti tradotto in un nulla di fatto l’incontro tra la premier britannica Theresa May, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, i due negoziatori Michel Barnier e David Davis e il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, proprio nel momento in cui si è presentato il nodo complicato del confine dell’Irlanda del Nord, dal momento che da un lato la partecipazione dell’Irlanda e della Gran Bretagna al contesto unitario europeo ha sopito il conflitto dell’Ulster, dall’altro l’idea presentata da May di un confine “senza infrastrutture di frontiera fisiche né posti di frontiera” rappresenterebbe una valvola attraverso la quale passerebbero persone (già oggi 30mila al giorno) e merci senza controlli e quindi senza dazi: che senso avrebbe la Brexit nel momento in cui agli esportatori diretti da e all’Ue basterebbe recarsi in Irlanda per portare le merci in e dalla Gran Bretagna?
L’ipotesi di lasciare l’Irlanda del Nord nel mercato comunitario ha fatto immediatamente scattare il sindaco di Londra, Sadiq Aman Khan, e la premier scozzese Nicola Sturgeon, i quali hanno chiesto di poter godere dello stesso beneficio. Khan ha osservato che “i londinesi hanno votato a larga maggioranza per rimanere nell’Ue e un accordo simile qui potrebbe proteggere decine di migliaia di posti di lavoro”.
Tuttavia per May si è presentato un problema interno alla maggioranza, visto che contro la sua proposta si è scagliata anche Arlene Foster, la leader del piccolo partito unionista nordirlanese (Dup) che fa da stampella al governo: “siamo stati molto chiari – ha affermato -, l’Irlanda del Nord deve lasciare l’Unione europea alle stesse condizioni del resto del Regno Unito e non accetteremo alcuna forma di divergenza normativa che separa l’Irlanda del Nord dal punto di vista economico o politico dal resto del Regno Unito”.
Alla premier non è restato altro da fare che dire a Juncker e Tusk che “Ci incontreremo di nuovo prima della fine della settimana e sono fiduciosa che concluderemo questa trattativa positivamente”.