Brexit. Nuova proposta di Londra. Ma anche tra i Tories c’è aria di spaccatura

di Elisabetta Corsi

Nella riunione tenutasi a Chequers il governo inglese ha steso un piano da presentare all’Unione Europea in vista dell’uscita dalla casa comune, ma restano ancora non pochi nodi da sciogliere. Con il documento approvato il Regno Unito punta ad un’area di libero scambio per le merci e i beni, cosa che eviterebbe problemi come quello dell’Irlanda e Irlanda del Nord, la cui mancata chiusura di confine, peraltro impossibile da attuare, avrebbe rappresentato una falla nei dui circuiti commerciali con merci che avrebbero transitato da una parte all’altra liberamente.
Sono quattro i punti fermi del documento: il Regno Unito vuole mantenere regole comuni con l’Unione Europea riguardo i beni compresi i prodotti agricoli; un impegno con l’Unione Europea per un commercio aperto e equo; un “quadro istituzionale comune”, per garantire il buon funzionamento delle relazioni tra Unione Europea e Regno Unito attraverso un arbitrato indipendente, per cui non verrà riconosciuta la giurisdizione della Corte di giustizia europea o solo in casi che rientrano nell’ambito di regole comuni; sulle merci destinate al Regno Unito saranno applicatele tariffe britanniche, mentre per le merci destinate all’Unione Europea saranno applicate quelle comunitarie.
E’ stato inoltre ribadito l’interesse da parte del governo britannico per raggiungere un accordo sulla Brexit, lasciando però in piedi uno scenario secondario in caso di mancato accordo con Bruxelles. Infatti già da ora si sa che a Bruxelles non saranno accettate tutte le richieste britanniche o comunque, come ha dichiarato Michael Barnier, caponegoziatore dell’Unione Europea, il piano dovrà presentare punti realistici.
In merito alla libera circolazione delle persone la premier britannica Theresa May ha fatto sapere che non ci si atterrà alle regole di Bruxelles, per cui non ci saranno entrate preferenziali per i cittadini provenienti dall’Unione Europea e questo sicuramente andrà a colpire tutti coloro che vorranno recarsi in Gran Bretagna in cerca di lavoro. Lo scopo del governo britannico, coem da referendum sul “Leave”, è proprio quello di portare alla fine della libera circolazione nel paese e coltivare lo “Uk first”, anche attraverso una politica economica indipendente.
Secondo il Telegraph ben sette ministri sarebbero contro la Brexit e si sarebbero riuniti per affossare il piano e avvertire la premier del rischio di una crisi di governo. Tuttavia la cosa più sorprendente è che vari deputati Tory starebbero per avanzare una mozione di sfiducia nei confronti di May, per cui il parlamento sarebbe spaccato ancora oggi fra fautori della Brexit e quelli che vorrebbero spazzarli via.
Il piano preciso e dettagliato sarà reso noto ufficialmente la prossima settimana.