Brexit. Sabato l’Ue presenterà il conto a Londra: 50 miliardi di euro

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Un conto da 50 miliardi di euro. A tanto potrebbe arrivare la clausola di divorzio dall’Unione Europea a cui sarà chiamata a sottostare la gran Bretagna, per i trattati e i progetti corso da cui si tirerà indietro.
Della cosa se ne parlerà sabato in occasione del vertice europeo, ma già in febbraio il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker aveva avvertito che “I britannici sono tenuti a rispettare gli impegni che hanno condiviso. E dunque il conto sarà, diciamolo volgarmente, molto salato”.
Tecnicamente la bozza che i capi di stato e di governo sono chiamati a sottoscrivere prevede che l’accordo finanziario includa non solo gli impegni assunti nel bilancio pluriennale dell’Ue, ma anche nell’ambito della Banca Europea degli Investimenti, del Fondo Europeo di Sviluppo e della Banca Centrale Europea.
In soldoni significa che la Gran Bretagna dovrà tenere fede agli impegni presi per i progetti in corso, perlomeno fino al 2023, cioè ben oltre l’uscita di Londra dall’Unione Europea. D’altro canto se la Gran Bretagna non dovesse versare quanto stabilito di comune accordo, si verrebbe a creare un ammanco di bilancio di decine di miliardi di euro.
In sede di trattative la Commissione farà leva sui rapporti commerciali: il 47 per cento delle esportazioni della Gran Bretagna sono dirette verso i paesi dell’Unione Europea, mentre le importazioni ammontano al 51 per cento del totale. Londra, dopo che è stata consegnata la richiesta di uscita dall’Unione come previsto dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona, conta di stabilire nuovi accordi commerciali sia con Bruxelles che con ognuno degli altri 27 paesi, ed è lì che Juncker conta di battere cassa, 50 miliardi di euro.
D’altro canto senza accordi con l’Ue la Gran Bretagna dovrà affidarsi per l’import-export alle regole del Wto, e la cosa arriverebbe costare alle aziende britanniche 7 miliardi l’anno.
Un quadro tutt’altro che roseo, se poi si pensa che già nell’aprile 2016, quindi ben prima del referendum sulla Brexit, uno studio dell’ex cancelliere dello Scacchiere George Osborne indicava che un’eventuale “hard Brexit” (cioè quella che May vuole) sarebbe potuta costare alle casse del Tesoro britannico qualcosa come 66 miliardi di sterline, pari a circa 73 miliardi di euro.