Cedu. Condannata la Russia per il caso Politkovskaya

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La Corte europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) ha condannato la Russia per non aver “attuato le opportune misure investigative per identificare gli sponsor dell’omicidio” della giornalista Anna Politkovskaya nel 2006. “Lo Stato – continua la nota della Cedu – non ha adempiuto agli obblighi relativi all’efficacia e alla durata dell’indagine ai sensi della Convenzione europea sui diritti umani”.
Anna Politkovskaja era, come si dice, una giornalista “scomoda”. Venne trovata morta nell’ascensore del palazzo di Mosca in cui viveva il 7 ottobre 2006, giorno del compleanno del presidente russo Vladimir Putin. Ancora oggi il mandante e il killer che le ha sparato sono sconosciuti: come ha dichiarato l’editore della Novaja Gazeta Dmitry Muratov, Politkovskaja stava per pubblicare, proprio il giorno in cui è stata uccisa, un lungo articolo sulle torture commesse dalle forze di sicurezza cecene legate al primo ministro Ramsan Kadyrov; aveva anche reso noto che mancava materiale fotografico raccolto dalla giornalista.
Autrice di alcuni libri fortemente critici nei confronti di Vladimir Putin e sulle guerre condotte in Cecenia, Daghestan ed Inguscezia, era spesso minacciata di morte.
Nel suo terzo libro, pubblicato nel 2003, “A Small Corner of Hell: Dispatches From Chechnya” (tradotto in Italia con il titolo “Cecenia, il disonore russo”), ha denunciato la guerra in Cecenia, in cui migliaia di cittadini innocenti venivano torturati, rapiti o uccisi dalle autorità federali russe o dalle forze cecene.