Cina. Il papa pronto a riconoscere 7 vescovi “patriottici”. Il cardinal Zen, ‘vende la Chiesa’

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Dopo tre anni di trattative potrebbe essere arrivato il momento di un accordo tra il Vaticano e la Cina comunista, dopo che – ha riportato il Wall Street Journal – il papa si sarebbe detto pronto a riconoscere sette vescovi della Chiesa cattolica “patriottica”. I prelati, in passato scomunicati proprio perché vescovi non consacrati dal pontefice, sono stati scelti dal Partito Comunista Cinese, ma tant’è che per giungere ad un accordo ciascuna delle due parti deve cedere qualcosa. A farne le spese sarebbero innanzitutto due prelati cinesi consacrati in Vaticano, che verrebbero esautorati o comunque costretti a farsi da parte.
Il Vaticano riconoscerebbe quindi la Cina comunista e viceversa dopo che le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono state interrotte nel 1951, e la cosa sta preoccupando la Repubblica di Cina (Taiwan), che così si vedrebbe perdere il riconoscimento della Santa Sede.
D’altronde in Cina vi sono 12 milioni di cattolici, al momento spaccati tra una Chiesa “ufficiale” ed una “clandestina” della quale sono stati arrestati in passato sacerdoti ed altri esponenti.
L’iniziativa vaticana non è tuttavia andata già ad esponenti della Chiesa cattolica”clandestina”, ed anche il vescovo emerito di Hong Kong, cardinale Joseph Zen, ha parlato in una lettera aperta di “vendita della Chiesa cattolica in Cina”, intervento al quale il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha riposto affermando che il dissenso è “legittimo”, ma che “nessun punto di vista personale” va “ritenuto come esclusivo interprete di ciò che è bene per i cattolici cinesi”. Il cardinale, ha quindi aggiunto che “in Cina non esistono due Chiese, ma due comunità di fedeli chiamati a compiere un cammino graduale di riconciliazione verso l’unità”.