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Le autorità cinesi hanno comunicato in modo ufficiale che l’autore della strage compiuta ieri davanti all’asilo di Chuangxin della contea di Feng, prefettura di Xuzhou e provincia orientale cinese del Jiangsu, aveva problemi neuropsichiatrici.
L’esplosione, in cui è morto l’attentatore, ha provocato la morte di 8 persone e il ferimento di una sessantina alcune in modo grave, ma nessun insegnante o alunno è stato colpito.
All’identità dell’attentatore gli inquirenti sono risaliti grazie a frammenti di Dna rinvenuti sulla scena dell’esplosione e alle immagini delle telecamere, e nella casa del 22enne Xu (questo il cognome dell’autore della strage) sono stati rinvenuti materiali per la costruzione di ordigni rudimentali e scritte sulle pareti, “morte” e “uccidere”.
Da quanto si è appreso Xu era stato allontanato dalla scuola in cui studiava proprio per attacchi di ansia e di depressione.
Non si sarebbe quindi trattato di attentato terroristico, come si era parlato in un primo momento, per quanto parlando di Cina si è sempre costretti a rifarsi ai comunicati ufficiali.
Difatti non si tratta del primo caso di attacchi con coltelli o armi da fuoco in scuole della Repubblica Popolare, i cui autori sono stati costantemente indicati come persone mentalmente instabili o “arrabbiate con la società”.