Cina. Pcc: una nuova visione del socialismo

di Domenico Letizia –

In Cina si sta svolgendo l’appuntamento politico più importante dell’anno: il 19mo Congresso del Partito Comunista Cinese, guidato dal presidente cinese Xi Jinping, cioè da quello che è considerato il più potente leader politico cinese da decenni. Finirà il 24 ottobre, dopo che saranno stati decisi i nuovi 200 membri del Comitato centrale del Partito, che a loro volta eleggeranno i membri del Politburo, compresi membri del Comitato permanente. Molte le novità provenienti dal colosso asiatico. L’Agenzia di stampa di stato Xinhua riporta in un editoriale che priorità del Partito saranno le condizioni di vita e di felicità della popolazione: Lla frase cinese “mei hao sheng huo”, che tradotta vuol dire “una vita migliore” o “una vita felice”, è apparsa 14 volte nel rapporto dato dal leader Xi Jinping all’apertura del congresso nazionale del partito. La relazione quinquennale è considerata il discorso politico più importante in Cina.
Quest’anno, si legge dalla documentazione, si discute del futuro del socialismo, il socialismo cinese “una nuova visione attraverso un piano di sviluppo a due fasi per costruire in Cina un grande paese socialista moderno” entro la metà del XXI secolo, proprio in occasione del centenario della fondazione della Repubblica. Secondo alcuni analisti cinesi, come Li Zhihui, Zhang Zhengfu e Wang Cong, tale fase di “programmazione” durerà fino al 2020: “La modernizzazione socialista sarà realizzata tra il 2020 e il 2035. Dal 2035, la Cina conta di divenire uno stato prosperoso, forte, culturalmente avanzato e socialmente armonico”. Quello che appare è la visione, non tanto lontana, di una Cina leader mondiale in termine di forza politica, diplomatica e di influenza internazionale. L’analista Xu Lingui ricorda che alla vigilia del congresso, il quotidiano francese Le Monde ha pubblicato un’inchiesta sull’influenza della Cina a livello mondiale con una relazione approfondita di otto pagine sulla nascita e lo sviluppo della Cina. Le Monde non è il solo nel costatare tale traiettoria. La società finanziaria statunitense Morgan Stanley ha pubblicato un rapporto, febbraio 2017, in cui si prevedeva che il reddito pro capite della Cina crescerà da 8mila dollari a 12mila dollari entro il 2027. Nella storia della Cina comunista ci sono stati solo altri due leader che hanno raggiunto il potere che ha oggi Xi: Mao Zedong, presidente del Partito dal 1945 al 1976, e Deng Xiaoping, promotore di grandi riforme a partire dalla fine degli anni Settanta. I primi cinque anni di presidenza sono serviti a Xi per rafforzare il suo potere, imporre più disciplina nel partito e inaugurare una nuova visione del socialismo cinese.