Cina. Raggiunta un’intesa per la riduzione del deficit con gli Usa. E’ quello che Trump voleva

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Si è disinnescata la minaccia della guerra economica fra gli Stati Uniti e la Cina dopo che le delegazioni commerciali dei due paesi hanno trovato un accordo volto a “prendere misure efficaci per ridurre in modo sostanziale il deficit degli Usa nel commercio di merci cinesi”.
L’ha spuntata così Donald Trump, il quale ha introdotto tasse del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio importato negli Usa (ma ben presto si è passati allo studio di dazi per 1.350 prodotti) denunciando un surplus della Cina verso gli Usa di circa 300 miliardi, pari al 65% del totale, con il presidente Usa che aveva “chiesto loro (ai cinesi, ndr.) di ridurre immediatamente il deficit commerciale di 100 miliardi di dollari. E di certo non va bene se gli altri tassano del 25% una nostra auto e noi tassiamo una loro auto del 2%…. ecco come ha fatto la Cina a ricostruire….”.
Dopo le “consultazioni costruttive” dell’incontro che si è tenuto a Washington si è stabilito che le autorità cinesi si adopereranno per ridurre il deficit in particolare nei settori dell’agroalimentare e dell’energia e che verranno introdotte “rilevanti modifiche alle leggi e regolamenti” per la protezione della proprietà intellettuale, compresa la legge sui brevetti..
Inoltre “Per soddisfare le necessità del crescente consumo del popolo cinese e quelle di uno sviluppo economico di alta qualità, la Cina aumenterà significativamente gli acquisti di merci e servizi Usa. Questo contribuirà a sostenere la crescita e l’occupazione negli Stati Uniti”. La nota diffusa al termine dell’incontro riporta che “Le delegazioni hanno discusso anche di espandere il commercio nei beni manufatturieri e nei servizi. C’è stato un consenso sulla necessità di creare favorevoli condizioni per incrementare il commercio in queste aree”, come pure di “incoraggiare gli investimenti reciproci e di sforzarsi di creare condizioni corrette e di parità per la competizione”.