Cipro. Fermata nuovamente la Saipem 12000, la nave parte per il Marocco

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La Saipem 12000, la nave-piattaforma dell’Eni a cui le autorità turche hanno impedito di operare al largo di Cipro nonostante l’azienda italiana fosse in regola con licenze e permessi rilasciati da 5 mezzi navali turchi.
Un gesto al quale il governo di Cipro ha risposto facendo sapere che “La Turchia crede che ci spaventerà in modo da farci fermare le nostre attività. Al contrario continueremo con il nostro programma, nonostante tutte le provocazioni”.
La Saipem 12000 sta in queste ore tuttavia abbandonando l’area per dirigersi in Marocco e proseguire lì le sue operazioni di perforazione e di ricerca di petrolio e di gas.
Erdogan ha così mantenuto fede a quanto aveva reso noto all’indomani della sua visita in Italia del 5 febbraio, ovvero di aver avvertito sia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sia il premier Paolo Gentiloni della propria contrarietà ad operazioni di trivellazione nel Mediterraneo orientale, “poiché i lavori per il gas naturale in quella regione rappresentano una minaccia per Cipro del Nord e per noi”.
L’ad. di Eni, Claudio Descalzi, aveva precisato nei giorni scorsi che “Non ci aspettavamo che accadesse perché siamo assolutamente molto dentro l’Economic zone di Cipro”. Si noti che nell’area l’Eni ha già “trivellato due pozzi in analoghe condizioni e non ci è successo assolutamente niente”. “Probabilmente – aveva continuato Descalzi – la tensione è salita per altri motivi e quindi la nave è stata bloccata. Stiamo aspettando, so che è un discorso che ci riguarda ma non direttamente con gli interventi, perché è un discorso fra Paesi: fra Cipro, la Turchia, la Comunità Europea, l’Italia. Penso che stiano discutendo a quel livello. Noi aspettiamo. Chiaramente non possiamo aspettare per sempre”.