Colombia. Cessate-il-fuoco con l’Eln. Le Farc, divenute partito legale, cambiano nome

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Dopo aver raggiunto, seppure con fatica, l’accordo di pace con le Farc-Ep, il presidente colombiano e Premio Nobel Juan Manuel Santos sta per mettere a segno un altro successo della sua amministrazione ed il 1 ottobre inizierà un cessate-il-fuoco con l’Esercito di liberazione nazionale (Eln), uno degli ultimi gruppi di ribelli rimasti nel martoriato paese latinoamericano.
Lo ha annunciato lo stesso presidente colombiano, precisando che la sospensione delle ostilità avrà un carattere provvisorio e durerà 102 giorni, fino al 12 gennaio 2018.
L’Eln è un’organizzazione di ispirazione marxista che opera in diverse aree della Colombia dal 1964, conta circa 4.500 guerriglieri ed ha sempre respinto l’autofinanziamento attraverso il narcotraffico, anche se alcune cellule ne hanno fatto ricorso.
Intanto le Farc, divenute ormai un partito legale a tutti gli effetti, hanno cambiato nome dopo 5 giorni di congresso: rimarrà l’acronimo “Farc”, ma da “Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia” diventeranno “Fuerza alternativa revolucionaria del común”.
L’accordo raggiunto dopo anni di trattative a Cuba tra il governo di Bogotà e le Farc prevede tra le varie cose la fine di un conflitto durato oltre mezzo secolo, ma anche l’introduzione di una riforma agraria che si dovrebbe attuare nel rispetto della società e dell’ambiente, la partecipazione degli ex guerriglieri alla vita politica (eleggeranno 5 deputati e 5 senatori) e lo stop alla produzione della droga, per cui verrà adottata una riconversione delle coltivazioni in prodotti agricoli.
A mettersi di traverso ai processi di pace è l’opposizione di centrodestra guidata dall’ex presidente Alvaro Uribe, il quale già a suo tempo aveva detto che “si tratta di un accordo-tradimento che garantisce l’impunità a un gruppo di delinquenti che si sono dedicati per anni al traffico di droga, il sequestro, lo stupro e il reclutamento di minorenni”. Tant’è che l’accordo con le Farc era stato bocciato da un referendum popolare per poi essere stato riproposto solo al Senato con alcuni cambiamenti.

Cuba, 2016. La stretta di mano di Santos con Timoshenko suggella l’accordo di pace.