Colombia. Santos firma un nuovo accordo con le Farc. Ma questa volta niente referendum

di Guido Keller

santos farc grandeDopo essersi scottato il 2 ottobre con la clamorosa bocciatura referendaria degli accordi di pace, il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha lavorato intensamente nelle ultime settimane con i leader delle Farc-Ep per ridisegnare un nuovo accordo, il quale è stato sottoscritto oggi con il loro rappresentante, Timoleon Jimenez (alias Timoshenko).
Tuttavia questa volta Santos ha scelto la via della prudenza, ovvero l’accordo non sarà sottoposto a nuovo referendum, bensì al Congresso, dove Santos ha la maggioranza.
In realtà la consultazione referendaria non era richiesta neanche in occasione dell’accordo precedente, ma Santos contava con tutta probabilità di compiere una manovra che avrebbe giovato alla sua immagine pubblica, sia interna che esterna.
A mettersi di traverso, con un’accesa campagna per il “no”, era stato l’ex presidente Alvaro Uribe, il quale disse che “si tratta di un accordo-tradimento che garantisce l’impunità a un gruppo di delinquenti che si sono dedicati per anni al traffico di droga, il sequestro, lo stupro e il reclutamento di minorenni”.
C’erano voluti quattro anni di trattative a Cuba, con la mediazione anche della Norvegia, per arrivare a un accordo che metteva fine a un conflitto durato oltre mezzo secolo e che è costato la vita a oltre 100mila combattenti tra le parti e l’uccisione di 170mila civili.
L’accordo di pace firmato a Cuba lo scorso 24 agosto prevedeva la fine di un conflitto durato oltre mezzo secolo, ma anche l’introduzione di una riforma agraria che si sarebbe dovuta attuare nel rispetto della società e dell’ambiente, la partecipazione degli ex guerriglieri alla vita politica (cioè la possibilità di costituire un partito a tutti gli effetti) e lo stop alla produzione della droga, per cui sarebbe stata adottata una riconversione delle coltivazioni in prodotti agricoli.
Era stato inoltre stabilito che se la magistratura colombiana si fosse attivata per punire gli ex guerriglieri responsabili di crimini di guerra e contro l’umanità, avrebbe dovuto fare altrettanto anche con i gruppi paramilitari dell’AUC (Autodefensas Unidas de Colombia), vicini alla destra nazionalista ed autori di centinaia di assassini, massacri e di una sanguinosa guerra con le Farc. Le Farc avrebbero avuto sei mesi di tempo per consegnare le armi ai delegati Onu.
Tra l’altro il 27 settembre l’Unione Europea aveva eliminato le Farc dalla lista delle organizzazioni terroristiche ed altrettanto stavano per fare gli Stati Uniti.
Le Farc sono una formazione di guerriglieri e di amministratori di ispirazione marxista-leninista, nata per, come dicono, proteggere gli interessi dei poveri e dei contadini che abitano l’entroterra colombiano contro le classi ricche e per opporsi all’ingerenza degli Stati Uniti negli affari interni della Colombia, alla privatizzazione delle risorse naturali, alle multinazionali e alla violenza delle organizzazioni paramilitari. Le Farc, che controllano quindi ampie parti del territorio dell’entroterra, si sono finanziate grazie alla produzione e alla vendita della coca, per quanto sussistano dubbi sulla gestione diretta del narcotraffico.

Nella foto: la firma a Cuba dell’accordo tra le Farc e il governo colombiano lo scorso 27 agosto.