Commissione Ue in visita a Cara e hotspot, ‘fare di più per la sicurezza dei minori rifugiati’

di C. Alessandro Mauceri – 

Dal 18 al 21 aprile una delegazione di eurodeputati della Commissione libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo è in visita al Cara di Castelnuovo di Porto, il Porto di Augusta (primo sito in Italia per sbarchi di migranti) e l’hotspot di Pozzallo, oltre che l’International Coordination Centre (ICC) di Pratica di Mare. Presideuta dalla vicepresidente della commissione Libertà civili del Parlamento europeo, Barbara Kydrycka (PPE, Polonia) e da Juan Fernando Lopez Augilar (S&D, Spagna), del gruppo faranno parte i seguenti deputati: Branislav Skripek (ECR, Slovacchia), Jaromir Stetina (PPE, Repubblica Ceca), Miltiadis Kyrkos (S&D, Grecia), Anna Maria Corazza Bildt (PPE, Svezia) e Morten Helveg Petersen (ALDE, Danimarca).
Ad accompagnare la delegazione anche i seguenti eurodeputati italiani: Alessandra Mussolini (PPE), Cécile Kashetu Kyenge (S&D), Barbara Spinelli (GUE/NGL) e Salvatore Domenico Pogliese (PPE). Gli europarlamentari incontrano rappresentanti dell’UNHCR, dell’OIM, dell’ASGI (Associazione per gli Studi giuridici sull’immigrazione) e dell’ARCI (Tavolo Asilo). L’occasione è anche un confronto con Federico Gelli, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza ed espulsione dei migranti, con la Commissione per i diritti umani del Senato, con Mauro Palma, garante dei diritti dei detenuti e con Filomena Albano, garante per l’infanzia e l’adolescenza. La delegazione incontra anche Domenico Manzione, sottosegretario di Stato del ministero dell’Interno.
La visita segue di pochissimi giorni la pubblicazione dell’invito agli Stati membri a fare di più per garantire la sicurezza dei minori rifugiati. “I bambini sono i migranti più vulnerabili e di garantire la loro protezione dal momento in cui lasciano i loro paesi d’origine dovrebbero essere integrate nella nostra politica di migrazione. Oggi vi proponiamo azioni concrete per sostenere i nostri stati membri nell’affrontare le esigenze di tutti i bambini in tutte le fasi della migrazione”, ha detto il commissario Ue per la migrazione, Dimitris Avramopoulos.
Il numero di bambini migranti in Europa è in costante aumento: negli ultimi sei anni, il loro numero è cresciuto di ben sei volte; dal 2015 al 2016, il numero di bambini richiedenti asilo nell’Ue è aumentato e oggi il 30 per cento dei richiedenti asilo sono bambini.
Un fenomeno che riguarda prima di tutto la Grecia e l’Italia: Ester Asin, direttore di Save the Children, ha detto che la mancanza di adeguate strutture di accoglienza spesso spinge i bambini nelle mani dei trafficanti. “Sulle isole greche – dove migliaia di bambini sono stati tenuti in condizioni simili alla detenzione, dopo l’attuazione del patto UE-Turchia più di un anno fa, abbiamo assistito ad un aumento dell’autolesionismo, all’abuso di sostanze, all’ansia e alla depressione tra i bambini”, ha dichiarato.
A confermare il peggiorare di questa situazione era stato il X Forum annuale sui diritti del fanciullo concernente la protezione dei bambini nella migrazione organizzato dalla Commissione il 28-30 novembre 2016, quando era stata sottolineata la necessità di azioni di tutela più mirate per i bambini migranti. A ribadire questo invito anche il dibattito con le organizzazioni non governative e internazionali e il convegno “Lost in migrazione” tenuto lo scorso gennaio. Il rappresentante del Segretario generale sull’immigrazione dei rifugiati del Consiglio d’Europa, nella sua relazione del 23 marzo, 2017 aveva sottolineato i principali problemi da affrontare in merito alla migrazione di bambini.
Ora il documento diffuso dalla Commissione Europea sancisce che “Il principio del superiore interesse del bambino deve essere la considerazione primaria in tutte le azioni o decisioni riguardanti i bambini”. Una protezione che “inizia affrontando le cause prime che portano tanti loro di intraprendere pericolosi viaggi verso l’Europa”. Cause come “la persistenza di violenti e spesso prolungati conflitti, spostamenti forzati, disuguaglianze nel tenore di vita, limitata opportunità economiche e l’impossibilità ad accedere ai servizi di base”.
Gli esperti della Commissione hanno invitato i paesi dell’Unione a “identificare e registrare i bambini migranti”, utilizzando “dati uniformi in tutta l’Unione europea (ad esempio, per indicare se un minore non sia accompagnato, separati o in viaggio con la famiglia, nazionalità / apolidia, età, sesso, ecc)”. Tra le misure previste, i minorenni stranieri non accompagnati e/o separati non dovrebbero essere soggetti a respingimento alla frontiera.
Un invito è stato rivolto ad applicare “approcci a misura di bambino e di genere durante la raccolta di impronte digitali e dei dati biometrici” in  particolare per bambini non accompagnati: per questo dovrebbe essere ridotto il termine massimo di trattenimento dei minori nelle strutture di prima accoglienza (da 60 a 30 giorni). Le procedure per l’accertamento dell’età dovranno essere migliorate e uniformate: è stato anche indicata una linea di primo intervento unica per i bambini dispersi (che dovrebbe rispondere al numero 116000, operativo in tutti gli Stati membri dell’Unione europea). al tempo stesso sono stati indicati i referenti a cui segnalare i minori non accompagnati (polizia, che dovrebbe inserire una segnalazione sul bambino mancante nel Schengen
Information System (SIS) e mantenere i contatti con l’ufficio SIRENE nazionale, Interpol ed Europol). Nella direttiva viene anche proposto di abbassare l’età per prendere le impronte digitali e le immagini del viso da 14 a 6 anni, come proposto nel regolamento Eurodac.
Dovranno essere garantiti gli standard minimi delle strutture residenziali per minorenni (forse questo il vero motivo della visita della delegazione in Sicilia?), anche con l’utilizzo di mediatori culturali qualificati. Nel documento viene riportato che “in alcuni casi, i bambini sono stati alloggiati in strutture chiuse a causa di una carenza di adeguata strutture di accoglienza alternative. Dato l’impatto negativo della detenzione sui bambini, la detenzione deve essere utilizzato, in linea con il diritto comunitario, esclusivamente in circostanze eccezionali, in cui strettamente necessario, solo come ultima risorsa, per il più breve tempo possibile, e mai in carcere”.
Verrà favorito l’affido familiare così come la nomina di tutori volontari. In generale molti dei diritti dei bambini non accompagnati saranno tutelati: come quello all’assistenza sanitaria, all’istruzione, alla piena attuazione delle garanzie processuali.
“A partire dal 2017, con il sostegno della Commissione e delle agenzie dell’UE, gli Stati membri sono incoraggiati a: raccogliere e scambiare dati comparabili per agevolare la tracciabilità transfrontaliera di mancanti bambini e la verifica dei legami familiari; applicare approcci a misura di bambino e sensibile al genere nella raccolta delle impronte digitali e dati biometrici”.
Una serie di inviti che sono stati accolti con soddisfazione come l’UNICEF come ha ribadito il presidente dell’Unicef Italia, Giacomo Guerrera, che ha detto: “È un importante passo avanti per i bambini migranti e rifugiati che sono fuggiti da situazioni invivibili e arrivati in Italia pieni di speranza per un futuro”.
Una visita, quella della delegazione della commissione Libertà civili del Parlamento europeo, che dopo la lettura del documento della Commissione Europea, assume una rilevanza particolare.