Contrastare gli avversari degli Stati Uniti attraverso le sanzioni: l’aspetto psicologico

di Evgeny N. Pashentsev * –

Uno degli argomenti maggiormente discussi in merito al confronto geopolitico tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti è quello delle sanzioni che vengono viste come uno degli strumenti di pressione più importanti ai danni della Russia. L’aspetto psicologico delle sanzioni è divenuto un tema di ricerca in forte espansione sia in Russia che in Occidente con l’obiettivo di comprenderne i meccanismi e i risultati.
Per prima cosa occorre definire che cosa si intende per guerra psicologica strategica (Strategic Psychological Warfare – SPW), ossia l’impatto psicologico esplicito e implicito a lungo termine degli attori concorrenti (entità statali, sovrastatali, interstatali e non statali) il cui fine è quello di infliggere danni e/o la liquidazione (o cessazione) dei beni materiali dell’altra parte per poter vincere nella sfera materiale.
Lo sviluppo concettuale della SPW iniziò durante la Guerra Fredda sia negli Stati Uniti che nell’Unione Sovietica ed è proseguito fino ai giorni nostri. Nella ricerca condotta da Rand Corporation a metà degli anni ’90 è stato introdotto il termine “guerra dell’informazione strategica” (Strategic Information Warfare) che si riferisce ad un conflitto con confini tradizionali sfocati, un ruolo più ampio per la gestione della percezione condotta su scala globale e l’esigenza di una nuova qualità della pubblica amministrazione. Attualmente contro la Russia è in atto una SPW per poterla indebolire e favorire così un nuovo orientamento geopolitico o la separazione controllata del paese.
Gli Stati Uniti hanno constatato come sia sempre più difficile, costoso e rischioso usare la forza militare mentre gli strumenti di soft power non sono sufficienti per raggiungere i loro obiettivi. Con i limiti sia della forte potenza militare che del soft power, la comunità di esperti statunitensi si è impegnata nell’individuare quei modi non militari di coercizione, deterrenza, indebolimento e punizione di coloro che minacciano la sicurezza e gli interessi della Casa Bianca. Nel 2016, la Rand Corporation ha preparato un rapporto per l’esercito statunitense su approcci alternativi per assicurare gli interessi statunitensi che integrano la sicurezza e potenzialmente lo rendono più efficace. Oltre a definire e classificare il potere di coercizione (P2C), questo rapporto esamina come sfruttare determinati vantaggi che la Casa Bianca ha rispetto ai potenziali avversari nel campo delle opzioni non militari.
Secondo quanto espresso da Gompert e Binnendijk in “The Power to Coerce: Countering Adversaries Without Going to War”, “Il potere coercitivo, così come la politica che lo impiega, può includere sanzioni economiche, misure politiche punitive, operazioni di cibernetica , operazioni segrete di Intelligence, aiuti militari, propaganda, la costrizione o la manipolazione del commercio, l’interdizione di beni e persone e il supporto per opposizione politica, tra le altre misure”.
Le sanzioni sono state uno degli strumenti maggiormente utilizzati dagli Stati Uniti i quali sono stati in grado di portare le principali banche nazionali e straniere in linea con le sanzioni finanziarie grazie alla minaccia di possibile multe oppure di offuscare la reputazione di quelle banche o istituti finanziari che non si allineavano con il volere di Washington. Infatti, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha l’autorità di etichettare le banche che operano nel paese come complici di riciclaggio di denaro e, implicitamente, di evasione fiscale. La paura di una ‘lettera scarlatta’ funge quindi da deterrente e porta le banche ad allinearsi con il volere del Governo.
Essendo l’utilizzo della forza militare contro la Russia da evitare visto il rischio di uno scontro mortale, la Casa Bianca ha utilizzato le sanzioni nel contesto del confronto geopolitico evitando però di attuare la stessa strategia con la Cina perché, qualora tali sanzioni fossero introdotte, comporterebbero maggiori rischi per gli Stati Uniti stessi visto che Pechino detiene buona parte del debito sovrano statunitense e ha la capacità di generare credito e capitale. La Russia a livello economico è più debole rispetto alla Cina che però, dal suo canto, non può contrastare a livello militare gli Stati Uniti a causa di una disparità negli armamenti nucleari. Colpire la Russia a livello economico influisce anche sulla Cina visto alcune risorse di cui dispone la Federazione importanti per Pechino stessa.
Nel 2015, La Rand Corporation, ha pubblicato diversi scenari per una futura guerra contro la Cina nel suo studio War with China: Thinking the Unthinkable commissionato dall’esercito USA dove veniva dichiarato che il programma di vincere una guerra contro la Cina seppur necessario non è del tutto sufficiente perché occorre tenere conto dei rischi alternativi che un conflitto potrebbe comportare e inoltre della necessità di limitare i costi bellici. Nell’esaminare i differenti possibili scenari, la Rand Corporation ha evidenziato come seppure le prospettive di vittoria statunitense in futuro siano peggiori di quelle attuali, queste non implicano ad ogni costo la vittoria cinese. Si evince quindi che attualmente un conflitto sino-statunitense è più favorevole alla Casa Bianca che a Pechino mentre in futuro l’asse della bilancia potrebbe pendere in favore cinese.
Di conseguenza, la pressione simultanea (sebbene significativamente diversa) su Cina e Russia rafforza naturalmente la partnership strategica tra i due paesi, perché insieme diventano difficilmente vulnerabili di fronte alla politica ostile degli Stati Uniti. Sebbene la Russia e la Cina, in queste circostanze, non costituiscano un blocco militare aggressivo contro nessuno, questi sono costretti a prestare maggiore attenzione agli aspetti militari nella loro cooperazione multilaterale. Inoltre, il riavvicinamento strategico tra Russia e Cina può essere usato per intimidire l’Occidente dalla minaccia proveniente dall’oriente e, in questa situazione, per ottenere un maggiore controllo da parte degli Stati Uniti sui suoi alleati, sulla crescita dei profitti dalla corsa agli armamenti, sulla riduzione di spesa sociale e controllo sulle menti dei suoi cittadini e, infine, sull’ottenimento di ulteriori fondi da parte del contribuente per la quarta rivoluzione industriale che è attualmente in corso.
I tagli di bilancio per l’istruzione e la scienza, nonché la rapida creazione dell’immagine di un nemico esterno di fronte alla Russia e alla Cina, sono strettamente connessi: quest’ultimo è progettato per distrarre il primo e, se necessario, per spiegarlo. Il bilancio dell’Amministrazione Trump per il 2018 richiede un forte aumento delle spese militari e tagli netti in gran parte del resto del governo, compresa l’eliminazione di dozzine di programmi federali di lunga data che aiutano i poveri, finanziano la ricerca scientifica e aiutano gli alleati americani all’estero. I tagli potrebbero rappresentare la più ampia gamma di riduzioni dei programmi federali dopo la seconda guerra mondiale, probabilmente portando ad una considerevole riduzione della manodopera federale non militare, cosa che i funzionari della Casa Bianca hanno detto essere uno dei loro obiettivi . La corsa agli armamenti e la militarizzazione della coscienza pubblica hanno portato a due Guerre Mondiali e rischiano di favorirne una terza a cui l’umanità non sopravviverà.
Il rapporto della Rand Corporation presta particolare attenzione alla possibilità di controllare le informazioni e il loro impatto psicologico sulla coscienza umana basato sullo specifico esempio di CAATSA. A questo proposito, particolarmente degne di nota sono le innovazioni nelle sezioni 241 e 243 della legge che di fatto estendono l’applicazione delle sanzioni a un numero praticamente indefinito di persone giuridiche e persone russe.
Ciò ha causato ansia tra gli ambienti del business russo, alimentato da numerose pubblicazioni nei mass media sulle terribili conseguenze dell’applicazione della legge a individui specifici e alle loro attività. Incapaci di ottenere risposte da Washington, gli uomini d’affari hanno interpretato la strategia statunitense con la volontà di presentare i propri problemi a Putin. La legge e numerose pubblicazioni sui media mirano a provocare un attacco della comunità imprenditoriale contro Vladimir Putin e, allo stesso tempo, molte pubblicazioni informano la popolazione russa che il presidente compensa le perdite degli oligarchi russi con il denaro dei contribuenti. Ciò viene fatto con l’intento appena coperto di provocare disordini di massa durante il picco della campagna presidenziale. Naturalmente, questo è un elemento di guerra psicologica che a sua volta è una parte essenziale delle sanzioni contro la Russia.
E’ possibile consultare il paper originale e integrale in lingua inglese al seguente link: Geopolitical Report Vol.2/2018 “Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act”: The Psychological Aspect. Traduzione e riassunto della prima parte del testo originale a cura di ASRIE – Association of Studies, Research and Internationalization in Eurasia and Africa.

* Evgeny N. Pashentsev. Dottore in storia, primo ricercatore presso l’Accademia Diplomatica del Ministero degli affari Esteri della Federazione russa, direttore del Centro Internazionale di Studi Sociali e Politici e Consulenza (ICSPSC). Professore presso la cattedra di Filosofia del Linguaggio e della Comunicazione all’Università Statale di Mosca Lomonosov. Autore e / o editore di 33 libri e oltre 100 articoli accademici pubblicati in sette lingue . Membro del comitato consultivo di Comunicar (Spagna) e del comitato editoriale del Journal of Political Marketing (Stati Uniti d’America).