Corea del Nord. Inviato della Cina a Pyongyang, ma solo notizie ufficiali

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Impermeabile ad ogni indiscrezione come sempre quando si parla di Corea del Nord, si è conclusa la visita dell’inviato del presidente cinese Xi Jinping a Pyongyang. Così al momento non vi sono indicazioni che Song Tao abbia incontrato il presidente Kim Jong-un, mentre il ministro degli Esteri nordcoreano Ri Yong-ho si trova in visita a Cuba.
Song Tao è giunto in Corea del Nord dopo la visita in Cina del presidente Usa Donald Trump, per cui ci si sarebbe aspettati una dichiarazione ufficiale circa il tema della crisi dei missili balistici e del nucleare militare, ma l’agenzia di stampa cinese Xinhua ha reso noto solamente che i due “hanno avuto uno scambio di vedute su questioni di reciproca preoccupazione”, comprese le “questioni sulla Penisola coreana”, e naturalmente le relazioni tra i due paesi.
La Cina, che è l’unico alleato di rilievo della Corea del Nord, ha rispettato le sanzioni imposte dall’Onu ad esempio sospendendo l’acquisto del carbone, ma Trump ha continuato a spingere perché Pechino facesse più pressioni al fine di far cedere il regime nordcoreano circa l’atteggiamento minacciano nei confronti di Usa ed alleati.
Va tuttavia tenuto presente che la posizione degli Usa è debole, dal momento che è tecnicamente il regime dei Kim ad essere minacciato: la Corea del Nord e la Corea del Sud non hanno mai sottoscritto la pace fin dalla guerra degli Anni ’50, per cui i due paesi sono ufficialmente ancora in guerra. In questo quadro non giovano alla ricerca della pace le continue esercitazioni militari su larga scala che Washington promuove un paio di volte all’anno in Corea del Sud, come neppure gli armamenti e i 33mila militari statunitensi lì stanziati.