Corea del Nord. Kim, ‘Cancelleremo gli Usa’. Trump, ‘Non sa che rischia’. Oggi Consiglio sicurezza Ue convocato da Mogherini

di Leonardo Lunetto –

Mancano meno di tre giorni a quella sorta di ultimatum che Pyongyang ha lanciato contro gli Stati Uniti, ipotizzando un’azione militare dimostrativa nei confronti della base americana di Guam: i toni dello scontro tra Usa e Nord Corea si fanno sempre più aspri, nonostante i tentativi del ministro della Difesa statunitense, John Mattis, di stemperare il livello del conflitto che oppone, nei fatti e direttamente, Donald Trump al leader nordcoreano Kim Jong-un. “Spero che capiscano in pieno la gravità di quello che ho detto. È molto semplice da capire”, ha ribadito Donald Trump. In vista dello scadere dell’ultimatum, l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini ha convocato per oggi un incontro straordinario del Comitato politico e di sicurezza, per discutere dei possibili prossimi passi sulla situazione nella Corea del Nord.

Il Dipartimento di Sicurezza di Guam ha rilasciato un foglio informativo per “sopravvivere a un eventuale attacco”.

L’amministrazione Trump da parecchi mesi è impegnata dietro le quinte per tentare di avviare un canale di dialogo con la Corea del Nord. Le fonti sottolineano anche come questo canale possa essere la base per una discussione più seria, anche sul programma nucleare. Il rischio di un conflitto militare è molto alto, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov. La situazione non piace neanche ad Angela Merkel, che si è dichiarata contro una “soluzione militare” alla crisi. Anche la Cina vorrebbe “allentare le tensioni” nella regione: “Tutte le parti dovrebbero fare di più per risolvere il confitto evitando di prendere iniziative sulla dimostrazione di forza”, ha commentato in una nota il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang. E mentre la tensione tra i due Paesi sale, la Russia non resta a guardare e rafforza i sistemi anti-aerei dislocati nelle aree limitrofe alla Corea del Nord, considerando la misura anche “un deterrente per gli Usa”. Mossa seguita poche ore dopo dal Giappone, che sta schierando missili intercettori nella parte occidentale del Paese.