di Enrico Oliari –
Intervenendo al Forum Economico Orientale in corso a Vladivostok, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato la necessità di coinvolgere il regime nordcoreano in un quadro di cooperazione economica al fine di arrivare ad una de-escalation della crisi che ha portato pochi giorni fa al test della bomba all’idrogeno.
“È necessario – ha dichiarato – coinvolgere gradualmente la Corea del Nord nella cooperazione nella regione, e la Russia ha proposte specifiche”, ovvero “una strada comune che collega la Ferrovia Transiberiana e le ferrovie coreane attraverso la Corea del Nord, i gasdotti, lo sviluppo dei porti nordcoreani e così via, abbiamo qualcosa da offrire e su cui lavorare”.
La Russia ha, tra l’altro, un confine di 17 chilometri con la Corea del Nord, segnato dal fiume Tumen, a sud proprio di Vladivostok.
L’idea di Putin per la soluzione della crisi nordcoreana è quindi quella del dialogo e del compromesso, in netta contrapposizione a quella degli Usa e dei suoi alleati.
Sempre al Forum Economico Orientale di Vladivostok i capi di governo di Corea del Sud, Moon Jae-in, e giapponese, Shinzo Abe, hanno invece annunciato la loro intenzione di chiedere l’introduzione di nuove sanzioni contro la Corea del Nord, compreso lo stop alle forniture petrolifere.
“Le ripetute e provocatorie azioni della Corea del Nord rappresentano una minaccia grave e senza precedenti”, ha affermato Abe, sul cui paese è transitato di recente un missile balistico nordcoreano.
La posizione di Putin è in antitesi con quella del collega statunitense Donald Trump, le cui minacce (si è parlato persino di “attacco preventivo”) potrebbero rimanere tali, dal momento che al consiglio di Sicurezza Onu sia la Russia che la Cina, paesi con diritto di veto, sostengono la via del dialogo e sono contrari persino ad un ulteriore inasprimento delle sanzioni.
Anche perché gli Usa mantengono nelle proprie basi in Corea del Sud circa 33mila militari, da anni vengono compiute esercitazioni navali e militari e soprattutto lì gli Usa hanno istallato armi di ogni genere, in pratica sotto la casa del nemico, dal momento che non è mai stata firmata la pace del conflitto 1950 – 1953, e quindi Corea del Nord e Corea del Sud risultano essere paesi ancora in guerra.