Corea del Nord. Seul invia aiuti umanitari. Proteste di Tokyo

di C. Alessandro Mauceri

Mentre Trump e Kim Jong-un fanno scintille (“Vi faremo sparire dalla Terra” ha detto Trump – Kim ha definito Trump “un folle” assicurandogli che pagherà “caro” per le sue minacce), tra le due Coree stranamente si vedono piccoli e flebili segni di calma. La Corea del Sud nei giorni scorsi ha approvato l’invio di aiuti umanitari per 8 milioni di dollari alla Corea del Nord.
Una decisione rilevante dal punto di vista geopolitico dato che concedere l’accesso a questi aiuti per i neonati e le donne in gravidanza potrebbe comportare conseguenze nei rapporti tra la Corea del Sud, gli Stati Uniti e il Giappone. Il portavoce del governo giapponese, Yoshihide Suga ha infatti dichiarato che questa scelta potrebbe compromettere gli sforzi internazionali per fare pressione sulla Corea del Nord. A conferma del peso di questa azione sul piano geopolitico, l’immediata reazione del primo ministro giapponese, Shinzo Abe, che ha chiesto al presidente sudcoreano, Moon Jae-in, di riconsiderare la decisione o almeno di ritardarla.
Una decisione, quella di Seoul, che segue di pochi giorni quella di inasprire ulteriore le sanzioni nei confronti della Corea del Nord presa dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dopo i recenti test nucleari nordcoreani.
La giustificazione addotta dal ministro per la Riunificazione della Corea del Sud, Cho Myung-gyon, è stata che dato che quel pacchetto di aiuti non comprendeva pagamenti in contanti e che non esisterebbe “realisticamente alcuna possibilità” che possano essere utilizzati per finanziare le milizie nordcoreane. Gli aiuti concessi infatti consistono in prodotti nutrizionali per bambini e donne in gravidanza previsti dal Programma alimentare mondiale Onu e in vaccinazioni e trattamenti per la diarrea, le malattie respiratorie acute e la malnutrizione gestiti dall’Unicef. “Si stima che circa 200mila bambini siano affetti da malnutrizione acuta, aumentando il rischio di morte e aumentando i tassi di malattia”, ha detto il responsabile regionale di Unicef per l’Asia orientale e il Pacifico, Karin Hulshof Hulshof. “Mancano gli alimenti e le medicine essenziali e le apparecchiature per il trattamento dei bambini piccoli”. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la percentuale di mortalità tra i bambini di età fino a cinque anni e di 25 casi ogni mille. Nella vicina Corea del Sud, invece, è di tre in ogni mille. Secondo le Nazioni Unite, circa 18 milioni dei 25 milioni di abitanti della Corea del Nord necessitano di assistenza a causa di carenze alimentari e di malnutrizione (conseguenza anche del perdurare dell’embargo e delle difficoltà di approvvigionarsi del necessario).
Il governo di Seul ha “continuamente sostenuto che avrebbe proseguito con aiuti umanitari per la Corea del Nord in considerazione delle condizioni povere tra i bambini e le donne in gravidanza”.
Come è avvenuto per le dichiarazioni di Trump alle Nazioni Unite (rivolte non tanto alla Corea del Nord quanto alla Cina), anche in questo caso alcuni esperti hanno visto questa decisione come una possibile apertura verso la Russia e gli aiuti concessi.
Secondo Realmeter, un’organizzazione di polling sudafricana, la decisione di riprendere gli aiuti umanitari (sospesi qualche anno fa) ha fatto calare vistosamente il rating di approvazione del leader sudcoreano Moon Jae-in.