Corea del Nord. Si terrà la parata militare. A Seul manifestazioni contro il dialogo

Notizie Geopolitiche

Foto satellitari di movimenti a Pyongyang confermerebbero le voci sempre più frequenti secondo cui il regime nordcoreano starebbe organizzando per l’8 febbraio la tradizionale parata militare per il 70mo anniversario della “trasformazione dell’Esercito del popolo coreano in forze armate rivoluzionarie regolari”, praticamente a ridosso dei Giochi olimpici e para-olimpici invernali che prenderanno il via il 9 febbraio a PyeongChang, in Corea del Sud. In questi giorni si parlava della partecipazione di 12mila militari, ma oggi un funzionario governativo sudcoreano, ripreso dalla Yonhap, ha riferito che “Al campo di Mirim 13mila soldati e qualcosa come 200 veicoli sono stati visti mentre preparano la parata”.
Al momento l’iniziativa del regime nordcoreano non sembra compromettere quanto si sta stabilendo a Panmunjom tra le delegazioni delle due Coree per garantire la partecipazione alle Olimpiadi di atleti e tifosi nordcoreani, anche perché il presidente sudcoreano Moon Jae-in sta puntando sull’apertura di un dialogo intercoreano che non si limiti alle sole manifestazioni sportive ed ha già chiesto agli Usa di fermare per il periodo di svolgimento dei giochi le esercitazioni militari congiunte.
Tuttavia ieri in Corea del Sud, a Seul, si è svolta una manifestazione di alcuni cittadini nazionalisti contrari al dialogo intercoreano ed alle trattative che si stanno svolgendo a Panmunjom, i quali hanno bruciato la bandiera nordcoreana e l’immagine di Kim Jong-un. Un portavoce del governo di Pyongyang è intervenuto per chiedere le scuse: “Le autorità sudcoreane – ha affermato – dovrebbero scusarsi con l’intera nazione per la provocazione politica, punire severamente le persone coinvolte nel crimine e mettere in campo misure per evitare che si ripetano”. “Noi – ha aggiunto – non tollereremo comportamenti pessimi e sfoghi dei delinquenti conservatori che hanno dissacrato la nostra dignità e il suo simbolo, oltre che la condotta delle autorità sudcoreane conniventi”.