Corea del Nord. Tillerson, ‘i canali diplomatici sono aperti, vediamo chi parte per primo’

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Intervenendo alla trasmissione “60 Minutes” della Cbs, il segretario di Stato Usa Rex Tillerson ha parlato della crisi nordcoreana alla luce dei contatti che Pyongyang e Seul stanno mettendo in piedi a seguito della partecipazione del Nord alle Olimpiadi invernali di PyeongChang. Al momento le minacce forti di Donald Trump e del leader nordcoreano Kim Jong-un sembrano ibernate, anche perché il presidente sudcoreano Moon Jae-in sta andando dritto per la sua strada e cercando di rendere stabili le relazioni tra le due Coree puntando anche ad un ammorbidimento del programma nucleare e missilistico del regime di Pyongyang.
Gli Usa, che grazie a crisi come questa vendono armi ed armamenti un po’ ovunque, al momento sembrano costretti ad accettare le iniziative di Moon, per cui Tillerson ha affermato durante la trasmissione che “I nostri sforzi diplomatici continueranno finché non cade la prima bomba. E il mio lavoro ha l’obiettivo che non vi sia ragione perché cada la prima bomba”. “I canali diplomatici sono aperti – ha continuato – ed io mi devo assicurare che anche a Pyongyang lo sappiano”. (…) “Ora è da capire se siamo pronti noi a partire e se lo sono loro”. Se loro non lo sono, ha aggiunto, “terremo semplicemente la pressione e l’accresceremo”.
Va tuttavia ricordato che l’atteggiamento belligerante del regime nordcoreano si spiega con il fatto che la Corea del Nord si trova ancora ufficialmente in guerra con gli Usa e la Corea del Sud, in quanto non è mai stata firmata la pace dal conflitto 1950 – 1953. Contestualmente gli Usa mantengono nelle proprie basi in Corea del Sud circa 33mila militari, da anni vengono compiute esercitazioni navali e militari e soprattutto lì gli Usa hanno istallato armi di ogni genere, in pratica sotto la casa del nemico.