Corea del Sud. Peyongchang: splendori e miserie di un inizio Olimpiade

di Gianluca Vivacqua

Novantuno paesi che sfilavano in festa. E tra essi, festa nella festa, le delegazioni di Corea del Nord e di Corea del Sud, quasi mano nella mano, promessa di rasserenanti scenari politici futuri. Potenza dello sport, o sua suprema illusione irenica: con tutta probabilità gli agiografi della cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang enfatizzeranno il fatto che la mediazione decoubertiniana potrà (o potrebbe, o avrebbe potuto) integrare e superare quella diplomatica che si sta svolgendo secondo i canoni standard.
Quello che in questo senso il massimo agone del mondo degli sport invernali potrà far nascere lo vedremo; di certo il dietro le quinte del suo atto di apertura non è stato privo di lati oscuri. C’è da registrare infatti un attacco informatico attuato proprio nel momento in cui si svolgeva, sotto gli occhi del mondo la cerimonia d’apertura. Scopo – parzialmente raggiunto – degli hacker, fa sapere il POCOG, il comitato organizzatore dell’Olimpiade, era provocare il malfunzionamento dei terminali tv del centro stampa collegati al web. Il disagio più grande i pirati lo hanno provocato agli spettatori che avevano acquistato i loro biglietti online e non hanno potuto stamparli: in reazione all’attacco infatti i responsabili dell’organizzazione hanno deciso immediatamente di chiudere il sito dell’Olimpiade per prevenire ulteriori pericoli. Il sito è tornato operativo solo nella mattinata del giorno successivo, sabato.
“Ieri sera per alcune ore – ha spiegato il POCOG – abbiamo avuto problemi ai nostri sistemi. Ma non hanno interrotto alcun evento, né hanno avuto effetti sulla sicurezza di atleti e spettatori. Tutto adesso sta funzionando bene come previsto. Gli esperti di informatica stanno lavorando per tenere sotto controllo i sistemi”.
Parallelamente continua a margine delle Olimpiadi il riavvicinamento inter-coreano (stavolta a livello governativo) promosso da Moon Jae-in, il presidente della Corea del Sud. Nella giornata di sabato questi ha ricevuto a pranzo, al palazzo presidenziale di Seul, dirigenti nordcoreani e la sorella del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, Kim Yo-jong. Quest’ultima è certamente la principale sponda di Moon in campo nordcoreano. L’incontro è stato subito definito dalla stampa il più significativo tra quelli di natura diplomatica svoltosi tra i due paesi negli ultimi anni. Un dato tra tutti fa riflettere, dal punto di vista storico: è la prima volta che un membro della dinastia dei Kim visita ufficialmente la Corea del Sud dal 1948.