Coree. Proposto Nobel per la Pace alla squadra mista

di C. Alessandro Mauceri

Il premio Nobel per la Pace alla squadra di Hockey femminile nella quale giocano insieme atlete delle due Coree del Nord e del Sud che sta partecipando alle Olimpiadi invernali di PyeongChang. Un’idea alquanto bizzarra, ma neanche tanto se si pensa, anche solo per un attimo, ai personaggi che sono stati insigniti del riconoscimento, da George Catlett Marshall (ideatore del piano che prese il suo nome) a Saddam Hussein, da Yesser Arafat a Aung San Suu Kyi, da Begin a Sadat.
A lanciare la proposta (questo sì che sorprende) è stata l’esponente americana del Comitato olimpico internazionale (CIO), Angela Ruggiero, quattro volte campionessa mondiale e medaglia d’oro olimpica USA che, in un’intervista alla Reuters, ha dichiarato che è sua intenzione chiedere formalmente agli altri membri del CIO di proporre per il Nobel la squadra composta da atlete dei due paesi ancora formalmente in guerra tra loro. “Mi piacerebbe che la squadra ottenga il premio Nobel per la pace – ha dichiarato Angela Ruggiero il giorno dopo la prima partita del team coreano unificato alle Olimpiadi di PyeongChang –. Qualcosa che valga come riconoscimento del sacrificio che stanno facendo per adattarsi alle loro rivalità”.
L’idea della Ruggiero è piaciuta subito a molti. Il premio Nobel per la Pace alla squadra coreana di hockey femminile “sarebbe davvero una buona idea, splendida”, ha detto Ung Chang, membro nordcoreano del CIO nonché capitano per molti anni della nazionale di basket, che durante una visita a Casa Italia ha parlato alla stampa insieme a Mario Pescante, tessitore in queste Olimpiadi del dialogo tra Nord e Sud Corea. Poi Ung Chang, scherzando con Pescante, ha detto: “Lui non vuole, perché rappresenta il CIO alle Nazioni Unite ed è un politico. Dovete chiedere a lui il permesso. Per me è una buona idea, ma dipende da Mario Pescante”. Tornato serio, Chang ha detto però che “la politica e lo sport sono ancora lontani, il primo team unificato risale al 1991, nel tennis da tavolo ai Mondiali. Ma poi successivamente le differenze politiche non lo hanno reso possibile in altre occasioni. Io sono un uomo di sport e dico che tra lo spirito olimpico e la politica ci sono ancora dei divari”.
Il percorso verso la candidatura non è cosi semplice e, nonostante gli appelli di personalità famose, non è detto che il Comitato decida di accogliere la proposta della Ruggiero su una faccenda ancora irrisolta a livello politico: nonostante i buoni rapporti mostrati tra le due Coree, non è passato inosservato il gelo di questi giorni tra Washington e Seul.