Cuba. Danni ai diplomatici, Washington ne espelle 15 per non aver garantito la sicurezza

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A seguito dei misteriosi attacchi sonori contro membri del personale diplomatico  statunitense a Cuba, il dipartimento di Stato ha deciso oggi l’espulsione di 15 diplomatici cubani impiegati presso l’ambasciata di Washington aperta dopo oltre mezzo secolo grazie  al riallacciamento dei rapporti fra i due paesi promossi dall’allora presidente Barak Obama.
Sono 22 i diplomatici e funzionari statunitensi impegnati presso la rappresentanza diplomatica all’Avana che dal 2016 lamentano fastidi alle orecchie, capogiri, nausea, mal di testa e perdita di equilibrio, quasi certamente dovuti a apparecchiature elettromagnetiche o sistemi di spionaggio militare danneggiati o difettosi. In due diplomatici hanno riportato danni seri tra cui la perdita dell’udito in modo irreversibile. Raul Castro continua a negare qualsiasi coinvolgimento e ha invitato a non escludere la responsabilità di Paesi terzi. La cosa non viene esclusa da Washington ed il segretario di Stato, Rex Tillerson, ha aperto una inchiesta per capire cosa è successo e tra i principali sospettati c’è, neanche a dirlo, la Russia.
Già nei giorni scorsi il dipartimento aveva deciso di tagliare del 60% il personale dell’ambasciata all’Avana e di bloccare il rilascio di visti ai cubani, e “la decisione di oggi – ha informato Tillerson – è stata presa in quanto Cuba non na preso misure adeguate per garantire la sicurezza dei nostri diplomatici seguendo gli obblighi della convenzione di Vienna. Questo ordine garantisce equità nelle nostre rispettive azioni diplomatiche”.