Douma: Trump vuole l’intervento contro al-Assad, ma la Russia si mette di traverso

di Enrico Oliari

Il presidente Usa Donald Trump ci sta andando giù pesante con le accuse circa le responsabilità dell’attacco di due giorni fa con i gas a Douma, città della Ghouta orientale dove si trovavano arroccati gli irriducibili “ribelli” salafiti di Jaysh al-Islam, finanziati dai sauditi.
Va detto che ad oggi non vi sono prove concrete dell’attacco chimico che avrebbe causato una quarantina di vittime, se non le testimonianze degli stessi miliziani, dei “caschi bianchi” che operano nei territori controllati dai primi, ed anche dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione questa vicina alle opposizioni e con sede a Londra, mentre i tecnici inviati dalla Russia non avrebbero trovato traccia del cloro denunciato.
Una guerra di informazioni assolutamente non nuova nella dinamica del conflitto civile siriano, che vede ancora una volta gli Usa puntare il dito contro il governo siriano, e la Russia parlare di armi chimiche usate dagli stessi ribelli per far ricadere la colpa sui regolari di Bashar al-Assad.
Trump, che ha annunciato ieri “una decisione importante entro 24-48 ore” e che ha minacciato che “tutte le opzioni sono sul tavolo”, ha promesso un “prezzo alto da pagare”. Per il capo della Casa Bianca la situazione verrà “affrontata con forza”, gli Usa “stanno prendendo una decisione sul da farsi a proposito dell’orribile attacco”.
Qualsiasi azione deve tuttavia passare per il filtro del Consiglio di sicurezza dell’Onu, dove l’ambasciatrice Usa Nikki Haley ha steso una bozza di risoluzione che prevede un intervento armato contro Bashar al-Assad. La Russia, che come gli Usa ha diritto di veto in quel consesso, ha già fatto sapere il suo fermo e deciso “njet”. Difficilmente vi saranno attacchi americani senza il via libera dei russi, per quanto Haley abbia dichiarato l’intenzione di andare avanti, anche senza il sostegno delle Nazioni Unite.
Quel che è certo è che ormai fra Russia e Usa la frattura si è ulteriormente allargata, e Mosca non appare intenzionata a cedere agli Usa una delle poche zone di influenza rimastele. E, giusto per mettere le mani avanti, aerei militari russi hanno sorvolato a bassa quota, almeno quattro volte, il cacciatorpediniere americano Uss Donald Cook, che naviga nel Mediterraneo, a un centinaio di chilometri dalle coste siriane.