Elezioni Usa: sconfitte le leadership

di Raffaele Luongo

Trump clintonElezioni che hanno lasciato in molti a bocca aperta quelle che si sono appena concluse negli Usa, quanto meno per il risultato inaspettato. Di spettacolare non si è visto molto e il confronto tra i due candidati è stato lungo, aggressivo, quasi mai incentrato sui temi dell’economia o della politica estera e qualunque intervento orientato a temi più stringenti è stato spesso riposto in secondo piano.
I candidati hanno dato fondo a ogni colpo, aggredendosi con qualunque cosa potesse essere in grado di far danno. Abbiamo assistito a due persone contendersi la più importante poltrona che il mondo abbia da offrire ad un capo, sulla base di offese puramente personali: chi ha avuto meno rispetto per le donne? Donald Trump o Bill Clinton? È stata più bugiarda Hillary con gli americani? O Donald con il fisco? Il confronto-baruffa si è trascinato per mesi e con il tempo è aumentata l’impressione che queste due persone ci stessero chiedendo di scegliere il meno-peggio dei due.
Quando oramai il fango era tale da non poter essere più lavato, si è cercato di sporcare ulteriormente l’immagine dell’avversario, tanto che nel giro di poco tempo gli elettori hanno probabilmente compreso di non aver scelto i candidati migliori.
Donald Trump e Hillary Clinton sono arrivati alla candidatura in modo molto diverso, ma ambedue avevano qualcosa in comune: hanno dimostrato l’incapacità dei rispettivi partiti di percepire il sentimento della propria base elettorale. Hillary Clinton non era amata ne’ tanto meno ben voluta, era percepita da buona parte degli elettori come bugiarda e scalatrice. Nell’immaginario collettivo lei era una candidata di seconda scelta, non era piaciuta fin dal primo momento ai democratici che le avevano preferito nel 2012 Barack Obama alle primarie. La sua vittoria contro Bernie Sanders è stata resa possibile soprattutto grazie al sostegno che la famiglia Clinton godeva nel partito Democratico, che comunque la sosteneva a ogni costo.
Ha voluto e preteso fin dal primo momento di essere lei la candidata alla presidenza ed è stata percepita dall’elettorato democratico come un’imposizione calata dall’alto. La Clinton non era quello che l’America voleva e il Partito Democratico si è dimostrato ia ciò insensibile.
Dal canto suo anche Donald potrebbe essere considerato come un incidente di percorso: è stato l’outsider dai modi aggressivi, non è stato il frutto di una carriera interna al partito; le sue dichiarazioni al di sopra delle righe contro le minoranze etniche e il suo rigetto della diversità in generale hanno imbarazzato il partito dell’Elefantino non poco. Donald ha affermato che la sua America dovrà fare un passo indietro su temi come la presenza globale, l’interventismo e l’eccezionalità americana. Per quanto riguarda la Russia, essa secondo Trump è un partner con cui dialogare e non da fronteggiare. In pratica Donald trump grandeDonald Trump disconosce e allontana da sé molte delle idee che sono alla base del pensiero neoconservatore e questa cosa lo porterà ad alienarsi il sostegno di molti dei leader del partito repubblicano. Però Trump, a differenza del suo partito, capisce che le persone sono stremate e spaventate dalla crisi, capisce quanto sia forte il fastidio tra gli americani per l’establishment che guida il paese e a cui le persone attribuiscono il peggiorare dei loro problemi.
La lotta di Trump all’élite in generale, la scelta di presentarsi come l’unica persona non compromessa, si è rivelata la via giusta e l’elettore si è identificato nella polemica di Trump, poiché ai suoi occhi era la lotta dell’elettore contro il sistema.
Il partito Repubblicano era profondamente convinto che non ci fosse alcuna possibilità di vincere sostenendo il tycon e in molti all’interno del partito lo hanno abbandonano, rifiutandosi di riconoscere in lui il loro leader. I partiti americani sono finiti per mostrarsi, in questa fase della storia americana, lontani come non mai dalle persone, totalmente incapaci di intercettare i desideri del proprio elettorato del quale, dovranno imparare a tener conto.