Ema: il Consiglio dell’Ue respinge il ricorso dell’Italia, ‘irricevibile’

di Guido Keller

Milano e Italia ricorrono, ma per la seconda volta in neanche un mese è arrivata labocciatura all’iniziativa di portare l’Agenzia del farmaco (Ema) dentro il Pirellone.
Infatti, nel giorno in cui gli eurodeputati sono giunti ad Amsterdam per valutare i lavori, il Consiglio dell’Unione Europea ha bollato come “irricevibile” il ricorso presentato dall’Italia sulla scelta di portare la sede Ema ad Amsterdam, sia perché il Consiglio “non può essere considerato l’autore della decisione impugnata, ed essa non può in alcun modo essergli attribuita”, sia perché è stato affiancato nel ricorso dell’Italia il comune di Milano, cosa non necessaria in quanto il Consiglio si deve rapportare con la Repubblica Italiana e non con l’amministrazione locale.
Lo scorso 7 febbraio era stata la Corte di giustizia europea a rigettare il ricorso dell’Italia, anche lì ribadendo che la decisione spetta ai paesi membri, ovvero ai Ventisette che prima avevano valutato le candidature di 19 città considerando anche la fruibilità immediata delle strutture (Milano aveva già pronto il Pirellone), e poi hanno attribuito l’agenzia ad Amsterdam con un sorteggio.
A seguito della necessità di spostare l’Ema da Londra per motivi di Brexit, all’individuazione di Amsterdam quale sede si era arrivati grazie ad un sorteggio, dopo che Milano e la città olandese erano rimaste su una selezione di 19 città candidate, 13 voti pari. Troppo poco per un ente da 897 dipendenti (di cui 624 donne e 273 uomini), con bilancio da 332 milioni di euro, 900 visitatori al giorno ma soprattutto tanto indotto, con un ritorno stimato tra 1,7 e 1,8 miliardi.
Fatto sta che a distanza di poco ci si era accorti che mentre Milano aveva già pronta la struttura, ad Amsterdam mancava proprio il palazzo, per cui si era individuata una sede provvisoria giudicata inadatta dal direttore dell’Ema, Guido Rasi, il quale aveva affermato in conferenza stampa a fine gennaio che quanto offerto da Amsterdam “dimezza” gli spazi attuali dell’Ema, e “Nelle scorse settimane abbiamo avuto ampie discussioni sulla selezione di un edificio temporaneo. Entrambe le parti hanno convenuto che gli edifici inizialmente proposti non erano pienamente adatti allo scopo e che, pertanto, i nostri partner olandesi hanno dovuto trovare un’altra opzione. Ciò ha richiesto più tempo del previsto, ma sono lieto che ora abbiamo trovato una soluzione. Tuttavia questa non è una soluzione ottimale, avremo solo la metà dello spazio rispetto alla nostra sede attuale a Londra”.
Il governo olandese ha già assicurato in più occasioni che in brevissimo tempo sarà costruito un nuovo edificio nel distretto commerciale Zuidas, ma non è fuori luogo domandarsi come abbia fatto ad essere accettata la candidatura di una città che di fatto presentava meno requisiti di altre.
Giunto ad Amsterdam con i colleghi eurodeputati, il presidente della delegazione europarlamentare, Giovanni La Via, ha dichiarato che “La nostra priorità è una transizione agevole nell’interesse dei cittadini europei. Lo staff dell’Ema deve essere in grado di portare avanti i suoi compiti senza interruzioni, ed è ciò che speriamo di sentire da loro”.
“Il Parlamento, in quanto co-legislatore, voterà la delocalizzazione e le sue implicazioni sul bilancio. Dobbiamo perciò avere accesso da soli alle informazioni. Così andremo, vedremo e discuteremo i dettagli “, ha aggiunto.
“Vogliamo informazioni di prima mano sullo stato di avanzamento del processo di doppio trasferimento e sullo sviluppo del progetto edilizio, così come pianificato e senza interruzioni. Sono infatti entrambe condizioni essenziali per garantire l’efficienza e la continuità operativa dell’Ema, e ciò rappresenta il nostro interesse fondamentale”, ha concluso.