EuroMed: Gentiloni, “l’Ue sostenga la crescita’. Holland, ‘Il protezionismo non fa parte del nostro dna’

di Guido Keller

I leader dei paesi EuroMed, cioè di quelli dell’Ue che si affacciano sul Mediterraneo, si sono dati appuntamento a Lisbona per discutere dei problemi comuni, cioè di crescita economica, di migrazioni e di sicurezza.
Presenti per il Portogallo il premier Antonio Costa, per la Francia e Cipro rispettivamente i presidenti Francois Hollande e Nicos Anastasiades, ed i premier dell’Italia Paolo Gentiloni, della Grecia Alexis Tsipras, di Malta Joseph Muscat e della di Spagna Mariano Rajoy.
L’intervento del premier italiano è stato centrale nell’incontro. Gentiloni ha ravvisato la necessità che “l’Unione accompagni con più decisione e convinzione la crescita degli Stati membri. Servono politiche di sostegno a investimenti e lavoro, con passi avanti nell’unione bancaria, con un’interpretazione delle nostre regole intelligente e favorevole alla crescita”.
Infatti “c’è fiducia in quello che siamo e quello che rappresentiamo, su quello che l’Unione Europea ha raggiunto in questi sessant’anni”, ha spiegato Gentiloni aggiungendo che “il 25 marzo (a Roma, ndr.) sarà un momento non solo di celebrazioni ma anche di sintesi di quello che rappresenta l’Unione Europea”. “Quando si rappresenta l’Ue come il luogo della pace, del superamento delle dittature, della società aperta, forse si parla di cose che tempo fa avremmo potuto considerare banali o scontate. Non lo sono”, ha osservato il premier, sottolineando che “viviamo in tempi di crisi in cui riaffermare i valori dell’Unione Europea ha uno straordinario valore di attualità”.
Per Gentiloni “la questione dei flussi migratori è importante e va affrontata con l’impegno di ognuno ad assumersi una parte di responsabilità. Non può essere un problema lasciato a questo o quel paese, bisogna fare passi avanti in Africa e Libia”.
Hollande ha incentrato il suo intervento sulla sicurezza, per cui “L’Europa deve essere sicura, in grado di proteggere e di essere più prospera”, e l’appuntamento di Roma sarà importante poiché “siamo in un momento che vede minacce sia interne che esterne”.
Ha poi osservato che “Ci sono sfide da affrontare: servono un dialogo aperto con l’Africa, una politica estera comune e un rapporto molto chiaro con l’amministrazione Usa”. “Noi – ha continuato il capo dell’Eliseo – siamo stati sempre un continente aperto, nato non contro gli altri, che esprime valori di democrazia e di pace. Il protezionismo non fa parte del nostro dna, dobbiamo essere molto chiari su questo. Per cui vogliamo relazioni commerciali equilibrate”.
Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha notato che “L’Europa ha un sistema di benessere e progresso che non esiste altrove, è la prima potenza economica del mondo”. Tuttavia “dobbiamo difendere ciò che è nostro”, e a Roma “dobbiamo discutere come procedere in tema di integrazione, della lotta al terrorismo e del problema della disoccupazione”. “Dobbiamo quindi investire di più e avere politiche commerciali più libere, poiché il commercio genera occupazione, è il primo antidoto contro la povertà”.
Il greco Tsipras ha detto che “L’Europa ha bisogno dei Paesi del sud”, ed è necessario che “l’Unione torni ad essere una visione, le parole non bastano, servono azioni e fatti. (…) Serve che gli sforzi dei Paesi del sud siano sostenuti, sia sulla crescita che sull’immigrazione”.