Faccia a faccia di Trump con Putin, ‘costruiamo un buon rapporto’

Ma appare sempre più evidente il disegno di depotenziare l’Unione Europea.

di Enrico Oliari

In un clima di più o meno autentica cordialità si è svolto ad Helsinki, in Finlandia, l’attesissimo incontro tra il presidente Usa Donald Trump ed il collega russo Vladimir Putin. Si è trattato di un faccia a faccia volto alla costruzione del rapporto interpersonale, con presenti solo gli interpreti al fine di evitare fughe di notizie e quindi dedicare gli aspetti ufficiali alle riunioni con le due delegazioni.
In apertura dell’incontro Putin ha ammesso di essere in contatto con il leader statunitense da molto tempo, ha esordito affermando che “è arrivato il momento di parlare in modo particolareggiato delle nostre relazioni ed affrontare una serie questioni multilaterali che interessano il mondo”. “E’ bello essere qui con te – ha detto Trump stringendo la mano a Putin – anche perché non ci sono state buone relazioni negli ultimi anni tra i nostri due paesi, ma dal momento che andare d’accordo è una cosa positiva e non cattiva, avremo in futuro buoni rapporti”.
Non è possibile sapere con esattezza di cosa i due abbiano parlato in due ore di colloquio, del “Russiagate” e delle presunte interferenze dei russi nelle elezioni Usa in mattinata il presidente Usa aveva incolpato il predecessore Barak Obama di non aver agito per prevenirle e per contrastarle, sostenendo al contrario che “non poteva succedere, che non era un gran problema”.
Poi, in conferenza stampa, il capo della Casa Bianca ha spiegato che la questione del Russiagate “ha rovinato i nostri rapporti” ed è stata “un disastro per il nostro Paese”, anche perché “Nulla è stato provato. La mia campagna elettorale è stata onesta, ho vinto facilmente contro Clinton e vincerei ancora; è una vergogna che ci sia un’indagine in corso, non c’è stata alcuna collusione. È ridicolo quello che sta succedendo con il Russiagate”. Trump ha quindi ribadito di avere “grande fiducia nella mia intelligence, ma il presidente Putin ha detto che non è stata la Russia. Non vedo perché avrebbe dovuto farlo”.
Per il presidente russo Vladimir Putin “la Russia non ha mai interferito negli affari interni degli Usa e non lo farà mai”. “Io – ha spiegato – sono stato un agente dell’intelligence e so come vengono creati dossier”.
Il caso del Russiagate vede è incentrato su – stando alle accuse – hacker russi che avrebbero divulgato le oltre 20mila email del partito democratico portando alla luce un’operazione del comitato centrale, che avrebbe dovuto essere neutrale, volta a screditare il candidato alle primarie Bernie Sanders a vantaggio dell’ex segretario di Stato. La cosa è andata avanti ed ha portato alla messa sotto accusa di uomini di primo piano della cerchia di Trump.
Uno dei temi certamente trattati, come aveva annunciato Trump arrivando nella capitale finlandese, è certamente quello del nucleare, poiché “Usa e Russia hanno il 90% dell’arsenale nucleare” e che “questo non è buono, anzi”.
Poi, al termine dell’incontro, in conferenza stampa Trump ha riferito di “un inizio molto buono”.
I giorni scorsi hanno tuttavia visto Trump accusare in occasione del vertice Nato la Germania di dipendere per il 60 per cento del proprio fabbisogno energetico dalla Russia, cioè “dal nemico”, e il governo di Theresa May spingere per una “Soft Brexit”, quando per lui il distacco dall’Unione Europea dovrebbe essere totale come dice “il mio amico Boris Johnson”, salvo poi fare una mezza marcia indietro in occasione dell’incontro con la premier britannica.
Trump ha preteso dai paesi membri l’aumento dei contributi fino al 2 per cento pattuito per proiettarsi dopo verso il 4 per cento del Pil per un’Alleanza Atlantica sostanzialmente in funzione antirussa… ed oggi è a Helsinki, per parlare con Vladimir Putin.
Contraddizione o strategia? Forse lo dirà il tempo. Di certo appare evidente, anche dopo l’introduzione dei dazi, il disegno di depotenziare l’Unione Europea o comunque di accrescerne le divisioni.