Filippine. Intervista a Victoria Tauly Corpuz, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene

a cura di Vanessa Tomassini

Victoria Tauli-Corpuz è una leader indigena del popolo Kankanaey Igorot della regione della Cordillera, nelle Filippine ed è relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene dal 2014. Recentemente il Governo delle Filippine ha accusato lei e centinaia di altri individui attivi nella Difesa di Diritti umani di terrorismo. La petizione legale presentata dal governo delle Filippine afferma che quelle elencate nella lista dovrebbero essere dichiarate come terroristi. Molte ONG e agenzie delle Nazioni Unite, come UN Environment che si occupa di sviluppo e sostenibilità ambientale, hanno risposto a queste accuse contro il relatore speciale delle Nazioni Unite chiedendo che tali accuse decadano immediatamente, e di fornire sostegno alle legittime attività di coloro che hanno un mandato ONU e alle organizzazioni della società civile con cui lavorano. Abbiamo incontrato Victoria Tauli-Corpus per capire cosa sta succedendo.

– Come relatrice speciale delle Nazioni Unite per le popolazioni indigene su cosa si concentra il tuo lavoro?
“Il mio lavoro si concentra sull’esame delle situazioni degli indigeni nei paesi in cui si trovano e dove i diritti umani sono violati o non protetti. Durante le mie visite ai paesi, quando un governo mi invita a visitarli, faccio un rapporto sulla situazione degli indigeni. Ricevo anche comunicazioni da parte di tutti coloro che vogliono parlarmi di presunte violazioni dei diritti umani degli indigeni e scrivo ai governi responsabili. Faccio inoltre rapporti tematici su questioni specifiche che riguardano i popoli indigeni e tutte queste relazioni le presento al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e all’Assemblea generale ONU. Il mio compito principale è monitorare e riferire sulle situazioni delle popolazioni indigene”.

– Qual è la situazione dei gruppi più importanti delle popolazioni indigene nelle Filippine oggi?
“La situazione degli indigeni nelle Filippine sta continuando ad osservare gravi violazioni dei diritti umani contro di loro, gli indigeni del Sud e a Indianapolis stanno vivendo sfollamenti forzati da parte di gruppi militari e paramilitari e molti di loro vengono uccisi. Anche nella Cordillera il leader è stato ucciso di recente, e nessuno giudicherà i perpetratori che non vengono mai arrestati, mai consegnati alla giustizia. Un altro problema è che gli indigeni vedono i loro territori soggetti allo sfruttamento da parte di molte società, da proprietà di costruttori, dall’espansione di imprese agricole, da corporazioni e dallo Stato che non dà proprietà gratuite a chi spetta. Ci sono molte violazioni di diritti politici, nonché di diritti economici, sociali e culturali”.

– Signora Victoria, lei e altre centinaia di altre persone nelle Filippine siete state annoverate in una lista che vi dichiara come terroristi, perché?
“Nel mio caso particolare io sono sicura si tratti di un caso di rappresaglia perché, in qualità di relatore speciale, ho rilasciato dichiarazioni stampa che sono state pubblicate dai giornali in cui critico apertamente il governo per la diffusione di omicidi extra-giudiziari, per lo sfollamento di popolazioni indigene e per l’occupazione di territori da parte di uomini militari e paramilitari, così come ho criticato anche l’espansione della legge Marshall che comporterà maggiori violazioni dei diritti. Dopo la pubblicazione di queste dichiarazioni, il governo ha rilasciato un comunicato che afferma che stiamo mettendo in imbarazzo le Filippine a livello internazionale. Dopo di che il mio nome si trova sulla lista e nel mio caso è davvero una rappresaglia per aver criticato il governo delle Filippine. Per molti altri è la stessa cosa perché molte persone nella lista sono attivisti nella difesa dei territori indigeni, stanno partecipando a manifestazioni nelle nostre città, sono difensori dei diritti umani e il governo li ha asseriti nell’elenco per tenerli in silenzio”.

– Dopo la presa di posizione delle agenzie Onu e dell’Alto Commissario per i Diritti Umani, qual è stata la reazione del governo filippino?
“Dopo le dichiarazioni del capo di UN Environment Erik Solheim, dell’Alto Commissario per i Diritti Umani e del Relatore Speciale ONU Michel Forst, il governo ha detto che sono nella lista non perché sono un relatore o per rappresaglia per quello che ho detto, ma perché ci sono prove che sono un membro del gruppo New People’s Army (l’ala armata del Partito Comunista delle Filippine ndr). Anche se ho totalmente negato questa accusa, continuano a presentare questa dichiarazione, ma rimuoveranno questa lista perché sono in pericolo le vita di tutte le persone che vi sono inserite. Continuano a sostenere la loro lista, questa è la reazione del governo”.

– Cosa vorrebbe chiedere alle istituzioni europee? All’Italia? Faccia pure il suo appello.
“Durante il Consiglio per i Diritti Umani l’Unione europea ha rilasciato una dichiarazione di condanna verso il governo e ha chiesto di rimuovere il mio nome da questa lista. Vorrei anche altri governi prendessero posizione. Anche se fossero membri dell’UE, sarebbe importante se facessero la propria dichiarazione criticando il governo delle Filippine per quello che sta facendo, per supportare i difensori dei diritti umani affinché continuino quello che stanno facendo. Questo è il mio appello: che gli Stati e le organizzazioni sociali rilascino le loro dichiarazioni affinché si indaghi sul governo delle Filippine per uccisioni extra giudiziarie, ma anche per questo tipo di accuse”.