Francia. Ferrovieri ancora in sciopero. Le Maire, ‘ripercussioni sulla crescita’

Notizie Geopolitiche –

Altra giornata di scioperi in Francia, dove ad incrociare le braccia sono ancora un volta i ferrovieri. La protesta investe la Snfc, la società ferroviera francese, per la riforma dello statuto. Le ferrovie francesi hanno tre divisioni, la Sncf (gestione), la Sncf Mobilite’s (treni) e la Sncf Re’seau (rotaie). Il governo vorrebbe trasformarla in una società statale e quotarla in borsa, mentre lo statuto prevede una garanzie da parte dello Stato, cose che verrebbe meno con l’apertura del settore alla concorrenza. Già dal 2019 potrebbero partire le prime gare d’appalto.
Per i lavoratori il problema sta nel fatto che si dovranno trasferire da una compagnia all’altra e non è ancora certo quali diritti manterranno. In via teorica dovrebbero beneficiare di una portabilità dei diritti, quindi con lo stesso salario, con il medesimo sistema pensionistico e con la garanzia di impiego per i dipendenti assunti dallo Stato. Per quanto riguarda l’orario di lavoro e le assicurazioni sanitarie saranno coperte da altri accordi. Inoltre la riforma vuole abbattere i benefici per i nuovi assunti come ad esempio aumenti di stipendio e viaggi in treno gratuiti per le famiglie dei dipendenti.
Il problema sta quindi nello status dei ferrovieri, che è molto protettivo e rigido che si vorrebbe eliminare per i costi che comporta, ma una delle conseguenze sarà il fatto che i neoassunti non godranno dello stesso contratto e a seconda del caso troveranno sistemi di assunzione diversificati.
Avverrà insomma come è stato per le ferrovie tedesche e italiane, che hanno privatizzato e si sono divise in tante società. Quella francese rappresenta uno dei restanti monopoli europei e da qui l’idea del governo di adeguarsi all’Europa e di voler abbattere i costi. Per i ferroviari è solamente la volontà di distruggere il servizio pubblico, che non porterà ne’ a risolvere il problema del debito ne’ le disfunzioni.
Sul piede di guerra oltre ai ferrovieri vi sono i piloti degli aerei, i pensionati e gli studenti, una situazione marasmatica per la quale il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ha lanciato l’allarme sulle ripercussioni negative che potrebbero riversarsi sulle attività del paese. “Sì – ha esclamato Le Maire -, i movimenti sociali hanno un impatto sulla crescita, al momento limitato ma ancora difficile da calcolare. Già vi sono rivolti sul settore alberghiero, in quello ei trasporti e sul turistico. Per cui prima riusciamo a uscire da questa situazione e meglio sarà”.