G20 di Shangai: economia “irregolare” e risultati “inferiori alle ambizioni”

di C. Alessandro Mauceri

G20 shanghaiL’economia globale sta rallentando. È questo, in estrema sintesi, quanto è emerso al G20, l’incontro dei governatori delle banche centrali e dei ministri delle Finanze che si è svolto nei giorni scorsi a Shanghai.
La crescita delle 20 maggiori economie del pianeta si è fatta “irregolare” e i risultati sono “inferiori alle ambizioni” dei governi. Per questo è necessario mettere in campo “tutti gli strumenti disponibili” per sostenere la ripresa sia in maniera “individuale o collettiva”.
Quella dei giorni scorsi è solo la conferma di quanto affermato, e da tempo, da molti economisti.
Diverse le cause. A cominciare dal calo del prezzo del petrolio, che invece di favorire la crescita riducendo i costi di produzione e di commercializzazione sta avendo l’effetto opposto, ma anche le incertezze dei mercati finanziari e i conflitti in diverse parti del pianeta, con la conseguente instabilità geopolitica.
A questo si aggiungono i dubbi sul futuro dell’Europa (e dell’euro) e sulle decisioni che verranno prese dalla Gran Bretagna con rischio “Brexit”.
Jack Lew, segretario al Tesoro degli USA, ha dichiarato all’agenzia Reuters che “è sempre più importante utilizzare tutte le leve della politica che sono disponibili e questo significa usare le leve fiscali così come la politica monetaria e le riforme strutturali”. Tutto pur di evitare la svalutazione competitiva. Anche le sue dichiarazioni, però, non hanno convinto i tecnici: Lew, infatti, ha definito le previsioni per l’economia americana “abbastanza buone”.
Non mancano forti dubbi anche sul calo della crescita della Cina. Timori che il governatore della banca centrale Zhou Xiaochuan, ha cercato di eliminare assicurando che la valuta cinese, lo yuan, o renminbi, rimarrà “stabile”. Restano invariate le perplessità sul reale stato delle finanze cinesi e sulla stabilità della moneta legati alle numerose svalutazioni avvenute nonostante il tentativo della Cina di rassicurare tutti all’ultimo G20 economico, in Turchia.
Dubbi che i partecipanti hanno cercato di allontanare dichiarando congiuntamente che “la volatilità dei mercati non riflette i fondamentali dell’economia reale”. E questo sebbene “vi sono crescenti preoccupazioni su ulteriori revisioni al ribasso delle previsioni di crescita”.
Nel corso dei lavori del G20 l’Ocse ha presentato il rapporto “Going for growth”. Le conclusioni non sono affatto rosee: “Le prospettive di crescita mondiale restano incerte nel breve termine, le economie di mercato emergenti stanno perdendo vigore, il commercio mondiale sta rallentando e la ripresa nelle economie avanzate e’ frenata dal persistere di un clima d’investimenti deboli”.
Ancora più incerto il futuro dell’Europa e, soprattutto, dell’Italia: l’economia del paese è stata “duramente colpita dalla crisi”. Secondo i tecnici dell’Ocse l’Italia deve “migliorare l’efficienza del proprio sistema fiscale” attraverso “la riduzione delle distorsioni e degli incentivi a evadere tramite l’abbassamento delle elevate aliquote fiscali nominali e l’abolizione di molte aree di spesa finanziate dalle tasse”.
A rendere più difficile la ripresa del Bel Paese, secondo l’Ocse, è anche l’elevato tasso di disoccupazione giovanile (terzo più alto dell’area Ocse dopo Spagna e Grecia): “La disoccupazione resta molto alta, in particolare per i giovani e per i disoccupati da lungo tempo, cosa che mina la crescita nel lungo termine e l’inclusività attraverso l’erosione e l’allocazione errata di capacità nonchè tramite una ridotta mobilità sociale”. Per i tecnici dell’Ocse è necessario “mobilitare una vasta gamma di politiche per migliorare le opportunità di lavoro per i disoccupati e facilitare il loro ritorno sul mercato del lavoro rimane un’agenda di riforme prioritaria”, “facilitando il ritorno al lavoro dei disoccupati di lungo termine, politiche attive più decise abbasserebbero il rischio di povertà ed esclusione sociale, riducendo così le diseguaglianze”.
Ad ascoltare l’impietoso giudizio dell’Ocse al G20 di Shangai, per l’Italia, erano presenti il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.