G7. Trump insiste su dazi e Iran, ma è isolato

Forse nel 2020 si tornerà al G8 con la Russia.

di Guido Keller

I G7 (Italia, Giuseppe Conte; Usa, Donald Trump; Francia, Emmanuel Macron; Giappone, Shinzo Abe; Gb, Boris Johnson; Canada, Justin Trudeau; Germania, Angela Merkel) si sono ritrovati per l’annuale vertice di due giorni in una blindatissima Biarritz, in Francia, mentre fuori dalla zona di sicurezza manifestavano variegati gruppi, dagli ecologisti agli anarchici, dai no global agli anti-Macron.
I leader delle potenze industrializzate hanno discusso di una rosa di temi che spesso hanno visto il vulcanico presidente Usa assumere, come di sua consuetudine, posizioni forti, per cui la diplomazia ha dovuto lavorare non poco nelle sale attigue al vertice per limare impressioni e punti di vista. D’altro canto lo stesso Trump aveva definito una perdita di tempo il vertice, salvo poi riferire di notizie “false e disgustose” quelle che davano le relazioni degli Usa con gli altri paesi tese, “e che la due giorni si sarebbe trasformata in un disastro”, mentre “gli incontri stanno andando molto bene”. Per Trump sono “fake news” anche quelle che “danno gli Usa in recessione, un tentativo “di spingere l’America verso tempi economici difficili, tanto peggio, tanto meglio, tutto pur di rendere la mia rielezione più difficile”.
Tuttavia i colleghi seduti al tavolo gli hanno fatto notare la pericolosità a livello globale della sua personalissima guerra dei dazi con la Cina, e domani Trump e Merkel si incontreranno a tu per tu per affrontare il tema, dal momento che le contro sanzioni cinesi hanno colpito il settore delle 230mila auto esportate dagli Usa nel paese orientale comprese, come nel caso della Bmw, quelle tedesche costruite in New Jersey.
Giuseppe Conte ha fatto notare a Trump che per i paesi manifatturieri, qual è l’Italia, “dazi e i contro dazi portano tutti ad essere meno competitivi, con risvolti imprevedibili in un sistema globalizzato e integrato”, ed anche Johnson ha dichiarato che la Gran Bretagna “è per la pace commerciale in quanto abbiamo beneficiato notevolmente per 200 anni del libero mercato ed è quello che vogliamo continuare a vedere”.
Il presidente Usa ha fatto sapere di voler tirare dritto per la sua strada “e di poter mettere ancora dazi, perché è una guerra commerciale che i cinesi capiscono”. Si è anzi lamentato del fatto che il suo esempio non è seguito, lasciando intendere che è ancora aperta la questione dei dazi sulle auto esportate dall’Europa negli Usa.
Altro argomento è stato il ritorno della Russia nel G7, dalla quale era stata esclusa a seguito dell’annessione della Crimea: lo stesso Trump ha fatto sapere che della cosa se ne sta discutendo, “altre persone hanno concordato con me”, e già nei giorni scorsi il presidente russo Vladimir Putin ha detto che in caso di invito “certamente lo prenderemo in considerazione”.
Scontatamente dal vertice non è uscita l’unanimità in tema di Iran, dopo che gli Usa si sono ritirati dal Jpcoa, l’accordo sul nucleare iraniano sottoscritto nel 2015 nonostante gli ispettori dell’Aiea, l’Agenzia atomica, avessero sempre riferito l’osservazione pedissequa da parte di Teheran. Gli Usa hanno sostanzialmente obbligato i paesi alleati, come l’Italia, a non acquistare i prodotti petroliferi iraniani, cosa che sta mettendo in ginocchio l’economia della Repubblica Islamica, ma gli altri firmatari del Jpcoa, cioè Gb, Francia, Russia, Germania (Ue) e Cina ne continuano a sostenere la validità. Ricordando che “Il G7 è un club informale, non conferisce mandati formali a questo o a quello”, Macron ha riferito che “Ognuno continuerà ad agire nel suo ruolo”.