Gb. Elezioni: disastro per May, esce indebolita nelle trattative per la Brexit

di Guido Keller –

Hanno perso tutti in Gran Bretagna. La tornata elettorale, voluta dalla premier Theresa May per rafforzare il sostegno al proprio governo in vista delle complesse trattative con l’Ue per la Brexit, si è trasformata in un disastro politico a 360 gradi, con i laburisti di Jeremy Corbyn che sono andati bene, oltre le aspettative, ma che non sono riusciti a compiere il miracolo e ad arrivare primi, i conservatori di May che hanno conseguito una vittoria di Pirro e che ora non sono in grado di sostenere in modo efficiente il governo, e con gli indipendentisti scozzesi che hanno perso 14 seggi, per cui vedono sfumarsi ogni possibilità di un nuovo referendum secessionista.
Gli elettori, che si sono presentati ai seggi con un’alta affluenza (oltre il 60%), hanno assegnato ai Conservatori 318 seggi e ai laburisti 261 seggi: i primi perdono 12 seggi, mentre il partito di Corbyn ne guadagna 29, quasi certamente grazie al voto dei giovani i quali si sono probabilmente resi conto che il non votare può portare a conseguenze come la Brexit.
Il dato è quindi che Theresa May non solo non è riuscita a rafforzare il proprio sostegno parlamentare (quando annunciò le elezioni anticipate aveva uno scarto nei sondaggi di quasi 20 punti), bensì non ha neppure la maggioranza assoluta, per cui si troverà ora a tentare di fare un governo sgangherato coinvolgendo gli unionisti irlandesi del Dup, i quali hanno già dato la loro disponibilità in cambio dello stop ad ogni progetto di concessione all’Irlanda del Nord uno statuto speciale.
Nessun seggio per l’Ukip che fu di Nigel Farage, poi dimessosi dalla guida del partito, ed anche l’attuale leader Paul Nattal ha già annunciato di volersi ritirare; Nicola Sturgeon, la premier scozzese e leader degli indipendentisti, ha affermato che per loro “È stato un risultato deludente: abbiamo perso alcuni deputati fondamentali”.
Sarà tutto da vedere ora cosa succederà, di certo la sconfitta politica peserà in modo crescente su Theresa May, la quale si presenterà seriamente indebolita alle complesse trattative per la Brexit.
“La hard Brexit è finita nel cestino della spazzatura stanotte. Theresa May sarà probabilmente uno dei primi ministri con il mandato più breve della nostra storia”, ha sentenziato l’ex cancelliere dello Scacchiere George Osborne, il quale ha sempre dimostrato di riuscire a vedere lontano, come quando immaginò in tempi non sospetti la stangata di 70 miliardi di euro quale costo per l’hard Brexit. “Ci aveva detto che perdere la maggioranza avrebbe distrutto la sua autorità”, il suo peso nelle trattative: “Theresa May non può ora negoziare la Brexit”, ha insistito l’ex leader dei laburisti Ed Miliband, uscito sconfitto dal voto del 2015.
Fuori dalla Gran Bretagna ci si trattiene dal ridere solo per non perdere l’etichetta. Il commissario Ue all’Economia, Pierre Moscovici, ha osservato nel corso di un’intervista per radio Europe 1 che “La signora May, che avrebbe dovuto emergere rafforzata dal voto, ha perso la sua scommessa e quindi si trova adesso in una situazione più confusa di prima, perché la verità è che stamattina non sappiamo davvero chi governerà”.