Germania. Dall’Spd il via libera alla Grosse Koalition di Merkel

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I socialdemocratici tedeschi hanno approvato, seppure con molti malumori, il sostegno alla Grosse Koalition di Angela Merkel. Il voto è stato tutt’altro che bulgaro, solo 362 “sì” su 642 delegati, ed a opporsi sono stati soprattutto i giovani, una spaccatura che mostra come il leader Martin Schulz continui ad avere difficoltà nel partito dopo che già alle elezioni del 24 settembre l’Spd era stato relegato al minimo storico (20,5%, -5,2%). Si esce così da una situazione di stallo dovuta al rifiuto degli attori parlamentari di dar vita a una ”coalizione Giamaica” (Cdu-Csu, Liberali e Verdi, cioè nero, giallo, verde), con il partito di Merkel crollato di ben 8,5 punti, ma è stato eliminato il rischio di nuove elezioni con la destra estrema di Alternative fuer Deutschland (Afd: 12,6%, +7,9%) che avrebbe potuto acquisire ancora più consensi.
Il congresso dell’Spd arriva dopo 5 giorni di estenuanti trattative a Berlino fra i delegati di Cdu, Csu e socialdemocratici, dove sono state appianate le divergenze che riguardavano temi come tasse, immigrazione, sanità e Europa. In tema di sanità si è stabilito che si tornerà al sistema per cui i contributi assicurativi saranno condivisi in ugual misura tra il datore di lavoro e il lavoratore; sulle tasse ha prevalso la linea dei socialdemocratici, per cui non verrà aumentata l’aliquota massima di imposta e saranno alzate le pensioni minime; per i migranti sarà consentito il ricongiungimento familiare per circa mille individui al mese e vi sarà un tetto di 200mila ingressi l’anno per i nuovi rifugiati; sull’Europa si è decisa (ma siamo ancora agli accordi di massima) l’implementazione dell’Eurozona, come pure il sostegno ad uno spirito più convintamente europeista.
Schulz durante il congresso ha tuttavia indicato il termine di due anni per valutare l’osservazione del programma di governo e verificare la tenuta della maggioranza.