Gerusalemme: Spianata delle Moschee vietata agli under 50 e metal detector: scoppia la “collera”

di Enrico Oliari –

E’ “Venerdì della collera” a Gerusalemme, dove sale la tensione con disordini al momento concentratisi nel rione di Ras el-Amud, nella parte orientale della città. A proclamare la giornata sono stati gli islamisti di Hamas, in perenne lotta con le autorità israeliane, dopo che queste hanno imposto il divieto di entrata alla Città vecchia per i palestinesi con meno di 50 anni ed hanno istallato metal detector, gesto interpretato dai palestinesi come il tentativo di assumere il controllo della Spianata delle Moschee proprio nel giorno di preghiera. Il luogo è il terzo santo per l’Islam, ma la presenza dei metal detector ha spinto anche gli over 50 a rifiutarsi di accedere alla Spianata delle Moshee, per cui via Sallah-a-din del rione Ras el-Amud si è trasformata in una grande moschea a cielo aperto, dove la preghiera si è fusa con la protesta.
La decisione è a dire il vero stata assunta già dopo che una settimana fa tre assalitori palestinesi hanno fatto irruzione sulla Spianata delle Moschee nei pressi della Porta dei Leoni armati di fucili Carl Gustav, di fabbricazione artigianale, e di una pistola, ed hanno aperto il fuoco colpendo tre militari israeliani, uccidendone due prima di venire a loro volta neutralizzati.
Negli scontri di oggi sono rimasti uccisi tre manifestanti, di cui un giovane di 17 anni di nome Muhammad Mahmoud Sharaf ucciso da un colono, ma la Mezza Luna Rossa ha riferito 350 persone colpite da proiettili di gomma o rimaste intossicate dai gas lacrimogeni. Incidenti simili si sono registrati in Cisgiordania nei pressi di Betlemme e al valico di Qalandya, non distante da Ramallah.
La polizia, che ha schierato 3mila agenti, si è giustificata riferendo che “Sappiamo di elementi estremisti che vogliono infrangere l’ordine pubblico ricorrendo a violenze”.
Il genero e consigliere di Donald Trump, Jared Kushner, ha chiesto agli israeliani di ritirare i metal detector, mentre il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha chiamato al telefono il leader palestinese Abu Mazen al quale ha riferito di “misure inaccettabili”.
Da parte sua Abu Mazen, che era ad Ankara, ha comunicato il suo impegno a lavorare insieme perché il governo israeliano arrivi ad un ripensamento.
Tuttavia la tensione è anche per la continua costruzione di unità abitative da parte del governo israeliano nei quartieri palestinesi di Gerusalemme est e nei Territori occupati, 114 in città e 1.600 negli insediamenti di Pisgat Ze’ev, Ramat Shlomo e Ramot, cosa annunciata una decina di giorni fa.