Giappone. Abe stravince e punta al riarmo

di Francesco Cirillo – 

Scommessa vinta per il leader del partito liberaldemocratico Shinzo Abe: dopo aver sciolto il parlamento il suo partito viene infatti riconfermato, nonostante lo scetticismo generale che serpeggiava anche tra le file dei suoi.
Con una vittoria schiacciante ha ottenuto una maggioranza di 283 seggi su un totale di 465 alla camera bassa della Dieta nipponica, un numero che è quindi vicino alla maggioranza dei due terzi necessaria per attuare le riforme costituzionali (che potrebbe essere raggiunta tramite l’alleanza con il Komeito), così ambite dal leader dell’Ldp , come quella dell’articolo 9, il quale che vieta al paese il ricorso all’intervento armato in qualunque circostanza.
La riconferma di Abe porterà a notevoli cambiamenti nella politica estera e militare di Tokyo e quindi nello scacchiere asiatico e internazionale.
A settembre, prima della decisione di sciogliere la camera bassa, il ministro della Difesa giapponese, Onodera Itsunori, nominato ad agosto 2017 al posto della ultra nazionalista Inada Tomomi, aveva chiesto un incremento degli investimenti nel settore militare per la mastodontica cifra di 5.236 miliardi di Yen(circa 50 miliardi di dollari), quasi il 25% in più rispetto all’anno precedente.
Nella lista dei nuovi armamenti sono presenti voci di spesa che riguardano l’acquisto di 6 caccia-bombardieri F35A per quasi 760 milioni di dollari; l’aggiornamento dei sistemi antimissilistici come il Sm-3 di classe Aegis sulle 6 unità navali della marina giapponese e il sistema terrestre Pac-3. Non si esclude che Tokyo potrebbe richiedere, in futuro, a Washington l’installazione di sistemi THAAD(Terminal High Altitude Area Defens), ossia il sistema di difesa statunitense contro i missili balistici, sul territorio nipponico.
La sfida decisiva è però la riforma dell’articolo 9, il quale limita le potenzialità militari giapponesi al territorio nazionale, sancisce il divieto di possedere armi offensive a lungo raggio come missili balistici, vieta il possesso di aerei da rifornimento in volo, unità anfibie o forze speciali di intervento e sancisce rigidissime regole di ingaggio, rendendo il Giappone di fatto inoffensivo al di fuori dei propri confini: Abe, come già ci aveva provato in passato senza successo, punta ad abrogare queste limitazioni per rimettere il paese nel concerto internazionale delle grandi potenze e consentire alla nazione di non rimanere in una posizione passiva nei confronti della Corea del Nord, un vicino sempre più aggressivo e che più volte ha eseguito test missilistici nei mari antistanti le coste nazionali, eseguendo anche il lancio di un vettore che ha sorvolato il territorio giapponese.