Giappone. Anziani vanno in carcere per sopravvivere

di C. Alessandro Mauceri

Alcuni aspetti della nuova economia del Giappone hanno risvolti sociali decisamente preoccupanti, ma spesso se ne parla poco. Troppo poco. Uno di questi è la situazione degli anziani. Secondo le ultime stime, il Giappone ha la percentuale di popolazione over 65 più numerosa al mondo: il 26,7%. E negli ultimi 35 anni il numero dei “vecchi” è cresciuto di almeno sei milioni.
In passato la cultura giapponese vedeva gli anziani come i paladini e difensori delle tradizioni e della vita stessa. Un ruolo che li poneva al vertice della piramide sociale. Oggi di tutto questo sembra non rimanere traccia: la nuova economia ha reso i rappresentanti della terza età sempre più soli, emarginati e abbandonati a se stessi dai parenti molte volte travolti dalla frenesia della vita moderna. La metà degli anziani ha dichiarato di vivere in solitudine. L’altra metà, quella con una famiglia, ha detto di avere solo rapporti sporadici con i parenti e in pratica nessuno a cui rivolgersi in caso di difficoltà.
Uno shock che colpisce un numero sempre maggiore di persone di una certa età che, piuttosto che rimanere chiusi nelle proprie case, preferiscono andare in carcere. Dal 1990 ad oggi il numero di anziani che sono finiti in prigione è aumentato di sei volte, coinvolgendo in particolar modo le donne: una detenuta ogni cinque ha più di 65 anni. Spesso vedove, sono loro la categoria più a rischio: prive di reddito, si trovano a dover scegliere tra la povertà e la mancanza di compagnia o la detenzione. E la scelta, allora, è una sola.
Perché così tanti anziani preferiscono la prigione alla libertà? Tra le sbarre le persone anziane possono vivere in compagnia di qualcuno, hanno cibo caldo tre volte al giorno e in caso di necessità hanno qualcuno che li aiuti. In pratica tutto quello che manca loro nella vita di tutti i giorni. In cambio di cosa? Della libertà. Un diritto che nel Giappone moderno pare servire poco a chi non ha famiglia o i soldi per viaggiare e godersi gli ultimi anni di vita. Secondo quanto riportato dal Japan Times molte volte gli anziani commettono piccoli furti per convincere i giudici a condannarli.
“Per me la prigione è un’oasi”, ha detto a Bloomberg un anziano arrestato per aver rubato delle bibite, del caffè, del tè, una pallina di riso e un mango. “Solo lì trovo relax e conforto”.
Quella della solitudine degli anziani in Giappone (ma anche in molti altri paesi) è ormai una piaga sociale: il numero di persone senza famiglia o con rapporti familiari molto tenui continua ad aumentare e le conseguenze per i più deboli (giovani e anziani) sono inevitabili. Il tutto con molti problemi per il paese ha visto crescere i costi per la pubblica amministrazione in modo rilevante.